Eventi e cultura
10 Ottobre 2014
A corredo dell’esposizione nella Casa dell'Ariosto, il catalogo delle opere dal ’46 al 2013

Carolina Marisa Occari, artista e madre a 360 gradi

di Redazione | 5 min

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occari1di Roberta Pira

E’ stata presentata questa mattina, presso la Casa dell’Ariosto, a Ferrara, la mostra allestita dall’amministrazione comunale in ricordo della vicenda artistica di Carolina Marisa Occari. Allieva di Giorgio Morandi e Giovanni Romagnoli, influenzata in particolare da Rembrandt, la grande artista, nativa di Stienta, in provincia di Rovigo, ha lavorato e vissuto per tanti anni a Ferrara ed oggi la città le rende omaggio a pochi mesi dalla sua scomparsa.

“Questa mostra era già in calendario per il 2013- esordisce Angelo Andreotti, direttore dei Musei civici di arte antica e storico-scientifici-. Ma per una serie di problemi dovuti anche e soprattutto alla malattia che ha colpito Marisa, siamo stati costretti a rimandare di un anno l’apertura della mostra. Purtroppo il posticipo dell’evento ha compreso la morte dell’artista, nel maggio di quest’anno: ragion per cui questo evento espositivo, pensato inizialmente come la raccolta antologica di tutto il repertorio artistico di Marisa, diventa oggi un modo per renderle omaggio. Il 12 ottobre, quando inaugureremo, sarà il primo compleanno senza di lei: Marisa avrebbe compiuto 88 anni”.
“La presenza del sindaco a questo incontro -prosegue Andreotti- arricchisce la mostra di un significato importante: non solo per la sua rappresentanza istituzionale, ma soprattutto perché è lui che l’ha fortemente voluta. Noi siamo contenti perché il risultato dell’allestimento si è rivelato straordinario; si tratta di un nucleo espositivo che racchiude, in gran parte, opere inedite, che ci restituiscono uno spaccato dell’attività artistica della Occari a 360°: una grande incisitrice (innanzitutto), ma altrettanto grande disegnatrice e acquarellista”.

“Questo omaggio era doveroso farlo – interviene il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani-. Marisa ha dato tanto alla nostra città: ha lavorato a Ferrara per decenni, si è relazionata con tutto il mondo artistico ferrarese e lo ha sempre fatto con grande attenzione ma soprattutto con una grazia ed un’eleganza estremamente rare. E’ da riconoscere la sapienza tecnica delle sue incisioni, ma a mio avviso sono la poesia e la qualità grafica, che emergono dalle stesse, a renderle straordinarie. Così come Marisa è stata una persona straordinaria che io, grazie ai figli, ho avuto l’occasione e il privilegio di conoscere, qualche anno fa. E’ grazie a Luca e Licia, infatti, che si sono cimentati in un lavoro di raccolta quasi ‘scientifico’, dei singoli prodotti artistici della madre, che è stato realizzato, a corredo dell’esposizione, il catalogo delle opere che l’artista ha realizzato dal ’46 al 2013, pubblicato da Marsilio. Purtroppo la non agibilità dei nostri palazzi a seguito del terremoto, una delle motivazioni principali che ci ha costretto a posticipare di un anno la mostra, non ha permesso a Marisa di essere qui oggi. Ma questa mi sembra l’occasione per ricordare questa grande artista, che ha significato, per la città di Ferrara, molto di più di quanto noi, con la nostra mentalità spesso ‘provinciale’, non siamo in grado di comprendere.”
A proseguire nella presentazione della mostra è Gianni Cerioli, che sottolinea essere ‘legato a Marisa da un rapporto più che professionale di amicizia’.
“Da quattro anni ormai si parlava con Marisa di allestire una mostra più che di incisioni, di olii su tela, acquerelli, pastelli perché lei era anche questo. L’idea era già allora quella di fare uscire la completezza di questa donna, molto dedita ai figli e alla famiglia. Io ho avuto un rapporto affettivo molto grande con Marisa ed è una persona con cui è impossibile non trovarsi. Un contrasto forte quello dell’incisione, dura e graffiante, con la grazia con cui questa piccola donnina tirava fuori dalla sua borsetta la lastrina per incidervi sopra qualcosa. E’ stata un’allieva di Morandi e non si può, osservando le sue incisioni, captare la forte influenza che Marisa ha avuto da lui, col quale ebbe un rapporto bellissimo, malgrado tutti sappiano che carattere burbero avesse il maestro”.

E adesso la parola ai curatori del catalogo dedicato alla Occari: i figli Luca e Licia Zampini. “Io e mia sorella -interviene Luca- ci abbiamo lavorato tre anni interi per catalogare, schedare, fotografare tutta la produzione artistica di nostra madre: glielo dobbiamo per tutto l’amore che lei ha sempre dimostrato nei nostri riguardi. Ha accantonato la sua arte (che le ha aperto tante possibilità, rinunciando quando Morandi glielo propose, di diventare sua assistente), per la famiglia. Ha voluto cinque figli, ed è a questo suo desiderio di prodigarsi per noi e per l’unità e lo star bene familiare, che è dovuto quel buco di vent’anni nella sua produzione artistica: vent’anni di silenzio, ma durante i quali l’arte ha continuato a vivere dentro di lei. Questa raccolta antologica è il minimo che noi figli potevamo fare oggi per ringraziarla di essere stata una grande madre oltre che una grande artista. La mostra, allestita in tre sale, racchiude un po’ il suo mando: una sezione è dedicata ai paesaggi(la casa di famiglia, l’alluvione del Po’ del ‘519), una seconda sezione è dedicata a ritratti di bambini, 8lei avendo per anni insegnato disegno nelle scuole medie-superiori, li amava molto); e poi una terza sezione racchiude le nature morte. Per il resto… saranno le sue opere a parlare di lei.”

Questi gli interventi che ci hanno raccontato l’universo artistico di Marisa Carolina Occari. La mostra sarà inaugurata domenica, 12 ottobre, alle 17,30, presso la Casa dell’Ariosto, in via Ariosto, 67 e rimarrà aperta gratuitamente ai visitatori dal martedì alla domenica fino al 7 dicembre.

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