“In un silenzio pressoché assoluto sui grandi mezzi di informazione e nelle aule parlamentari, si sta giocando, in queste settimane, una partita decisiva per le speranze di ripresa anche delle imprese della nostra provincia: quella di prepararsi al meglio per utilizzare con profitto i fondi strutturali 2014-20”. A parlare è Paolo Govoni, presidente della Camera di Commercio di Ferrara, che mette in luce difficoltà e prospettive offerte dai fondi europei.
Sono note, a tale riguardo, le difficoltà che le aziende ferraresi manifestano nell’utilizzo delle risorse messe a disposizione dalla Comunità Europea: secondo i calcoli della Camera di Commercio, tra il 2007 e il 2013, a fronte delle 2639 imprese dell’Emilia-Romagna ammesse a contributo, solo 153 risiedono in provincia di Ferrara, per una incidenza sul totale regionale pari ad appena il 7,55%. 17.370.428,34, inoltre, l’entità dei cofinanziamenti erogati alle aziende ferraresi, contro i 230.140.357,08 assegnati ad imprese con sede nelle restanti province della regione.
“I fondi europei – ricorda Govoni – costituiranno, nel 2015, circa 1/3 dell’intera spesa in conto capitale del nostro Paese. Utilizzarli in maniera efficace, in primo luogo a sostegno di un sistema produttivo provato da una lunga crisi, dovrebbe rappresentare un tema assolutamente prioritario: e la discussione su come evitare gli errori del passato, dovrà necessariamente coinvolgere, oltre alle istituzioni interessate, la collettività locale e l’intera società civile”.
Per la giunta camerale, dunque, la programmazione 2014-20 rappresenta un’occasione unica per consolidare i germogli di ripresa e mettere Ferrara su un sentiero di crescita duratura. Ecco allora l’idea dell’ente presieduto da Govoni di dare vita, in sinergia con Regione, Comuni ed associazioni di categoria, ad una vera e propria task force per lavorare sulla qualità dei progetti presentati dalle dalle imprese, migliorandone il tasso di successo.
Non solo esperti, ma anche contributi a fondo perduto. Quasi pronto, inoltre, il bando “Partecipazione ai progetti europei”, che coprirà, in particolare, le spese relative ai costi di consulenza e di assistenza tecnica riferiti alle attività di project management, redazione e presentazione delle proposte progettuali. Del resto, sottolinea la Camera di Commercio, i benefici per l’impresa derivanti dalla partecipazione a programmi di respiro comunitario non sono pochi: dalla presenza attiva ad un progetto di ricerca che genera un incremento di conoscenza e competenze nella materia oggetto di ricerca e di interesse per l’azienda, all’inserimento in contesti operativi internazionali e visibilità sul mercato internazionale. Ma anche identificazione di nuovi partner tecnologici e commerciali, facilità nell’avvio di processi di trasferimento tecnologico e di know-how, acquisizione di nuovi clienti e fornitori e possibilità di posizionamento su mercati diversi da quello di riferimento.