Politica
6 Settembre 2014
Prima autocandidature. Balestra avverte: serve ascoltare gli umori della gente

Pd, Calvano e gli altri verso Bologna

di Marco Zavagli | 3 min

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unnamed (2)Paolo Calvano, Marcella Zappaterra, Eric Zaghini e Michele Rubbini. Sono le prime quattro autocandidature del Pd uscite dall’attesa direzione provinciale di ieri. Il primo appuntamento disponibile per proporsi all’attenzione dei circoli prima e della segreteria poi non ha riservato grosse sorprese. L’unico nome nuovo uscito dalla riunione è quello dell’ex primario della chirurgia generale di Argenta. Rubbini non ha mai avuto incarichi fino ad oggi e ora si propone come candidato al consiglio regionale puntando sulla leva dell’esperienza in campo sanitario.

Il primo a rompere il ghiaccio è stato Calvano. “Quando mi candidai alla segreteria regionale ho colto una vicinanza e una partecipazione importante attorno alla mia figura – ha spiegato -, un segnale che mi spinge oggi a chiedere che la mia candidatura al consiglio regionale sia valutata al pari delle altre che verranno”. Al centro del suo programma di lavoro Calvano ha posto i temi del lavoro, della sanità, del welfare e dell’ambiente, “con un’attenzione particolare allo sviluppo fondato sulla green economy, vista come modo di interpretare l’economia”. Accanto a questo il segretario provinciale ha parlato della necessità di “ripensare il ruolo della Regione, alla luce del venir meno del ruolo delle Province, sempre meno come soggetto gestore di servizi e sempre più come soggetto regolatore e programmatore di politiche di collegamento con gli enti locali”.

Dopo di lui è toccato alla Zappaterra ribadire quanto già annunciato ufficialmente sui media: con la sua presenza si è detta convinta di portare attenzione su temi quali il distretto turistico e la rivalorizzazione del parco del delta.

Ha scoperto le carte anche Zaghini, che raccoglie così l’invito lanciato a suo tempo sulle pagine di Estense.com da Marattin. Anche alla luce delle recenti prese di posizioni sui temi delle partecipate (vedi polemica sul premio al cda di Area e sullo stipendio di Stricchi), il sindaco di Berra si fa avanti “in nome di una visione liberale che è presente nel Pd e che mi sento di poter rappresentare”.

unnamed (3)Si sono registrati poi gli interventi dell’assessore regionale e del consigliere uscente. Patrizio Bianchi ha spiegato i motivi della rinuncia alle primarie per la presidenza. A convincerlo è stata la condivisione delle idee di Bonaccini, del quale sarà responsabile del programma. Montanari ha difeso il lavoro svolto in via Aldo Moro e ha parlato della sua volontà di fare oggi un passo indietro per lasciar spazio a un ricambio in consiglio.

È intervenuto anche Renato Finco, che ha annunciato l’impegno a nome della città di trovare una candidatura che rappresenti il capoluogo in un’ottica di preferenza di genere. I nomi che circolano al momento sono quelli di Giulia Bertelli, segretaria dei Giovani democratici, e di Mascia Morsucci, assessore dell’era Sataeriale. Ci sarà tempo fino all’11 settembre per trovarla.

Gli ultimi a parlare sono stati Simone Tassinari, che sosterrà Zaghini, ed Enrico Balestra. L’ex consigliere comunale ha voluto spronare i compagni di partito ad ascoltare anche le voci dell’“uomo del bar”: bisogna attrezzarsi anche a rispondere agli umori della gente – questo il senso del suo discorso -, anche perché spesso sono fondati. E tra questi umori ha elencato i mugugni per gli episodi dei rimborsi per i viaggi di Montanari, per la condanna della Corte dei Conti alla Zappaterra, per l’opportunità di un segretario di sottoporre la propria candidatura a dei circoli che difficilmente si sentiranno indipendenti nella decisione. Critiche anche al sindaco di Berra, Eric Zaghini, sull’appropriatezza per un sindaco neoeletto di abbandonare il Comune a favore di un posto in Regione.

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