È morto sabato sera all’ospedale di Cona Giuseppe Inzerillo, storico provveditore agli studi di Ferrara, ricoverato da una settimana per una frattura al femore riportata mentre era in vacanza nella natia Mazara del Vallo. La situazione clinica del professore si è complicata a causa anche di una pesante operazione cui si era sottoposto in primavera che ne aveva debilitato pesantemente il fisico.
Inzerillo, 79 anni, è stato dagli anni Settanta agli anni Duemila a capo dell’istituzione scolastica provinciale, durante i quali è stato autore di numerosi trattati sulla scuola – attività proseguita anche durante gli anni della pensione -, venendo spesso chiamato come relatore negli incontri pubblici. Inzerillo è stato anche presidente del Circolo dei Negozianti dove è stato promotore e di iniziative editoriali di carattere storico-letterario oltre che ludiche.
Amante dell’arte e della letteratura – amore che mostrava spesso fornendo citazioni dote durante le sue orazioni – aveva trasformato l’androne delle scale della sua casa in una galleria di quadri ed opere d’arte donate da artisti famosi, che valsero a quello spazio il nome di “Pinacoteca Inzerillo” attribuito dai vicini di casa. Lascia due figli, Piera e Lorenzo.
I funerali sono previsti per domani al cimitero della Certosa.
Il sindaco e la giunta del Comune di Ferrara esprimono profondo cordoglio per la scomparsa di Inzerillo, “che per oltre trent’anni ha costituito, nel ruolo di provveditore agli studi, un imprescindibile punto di riferimento per gli studenti, le famiglie, gli insegnanti e le istituzioni”.
Cordoglio anche da parte di Alberto Lazzarini, presidente Commissione cultura Ordine nazionale Giornalisti: “La scomparsa di Giuseppe Inzerillo ha destato molto cordoglio anche a Cento,la città alla quale “Il Provveditore” e uomo di cultura era molto legato. Lo era anzitutto – ricorda Lazzarini – perché all’ombra dell’antica Rocca poteva porsi in perfetta sintonia con l’ambiente intellettuale e artistico di cui non solo faceva parte ma ne era esponente. Nelle vesti di massimo rappresentante dell’istituzione scolastica Cento era spesso la sua mèta e lo divenne ancora di più quando nei primi anni’80 il premio di letteratura per i ragazzi della Cassa di risparmio di Cento strinse con il Provveditorato agli studi di Ferrara ( Inzerillo comprese immediatamente e ne fu entusiasta) un accordo saldo, duraturo e assolutamente fondamentale. I bambini divennero così i grandi protagonisti della manifestazione vestendo i panni di giudici-lettori: da allora una media di diecimila scolari e studenti delle medie inferiori hanno letto e commentato i libri finalisti del Premio votando e decidendo infine la graduatoria conclusiva. Tutto questo si è trasformato in cultura vera, autentica, concreta, produttiva. Inzerillo – afferma Lazzarini ripercorrendo ancora la storia – insieme ai vertici della CariCento e poi della Fondazione, ha dunque avuto un ruolo assolutamente centrale nell’impegno, riuscito, di far crescere intere generazioni di ragazzi avvicinandole al libro, all’amico libro capace di formare cuore, menti e coscienze. Ha partecipato per lunghi anni, assiduamente e con gioia, ai lavori del Comitato organizzatore del Premio offendo un contributo mai scontato soprattuto sul fronte della proposta, che non di rado originava da un respiro ampio frutto di una visione larga della vita, della cultura, della storia. Indimenticabili – conclude il Lazzarini – sono molti suoi dotti interventi pubblici nel salone della CariCento, come i “duelli” ad alto livello con i personaggi che si sono alternati nella Giuria tecnica del premio: da Piero Chiara a Giorgio Bassani, da Folco Quilici al prete scrittore don Francesco Fuschini, da Giuseppe Bevilacqua a Pupi Avati, da Fulvio Tomizza a Tiziana Ferrario”.
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