Cronaca
23 Luglio 2014
Intervento del professor Zamboni al Convegno scientifico a Cortina d'Ampezzo nell'ambito dell'incontro "Verticale Solidale 2014"

Ccsvi e sclerosi multipla: “La ricerca deve continuare”

di Redazione | 3 min

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zamboni a cortinaSono intervenuti anche il professor Paolo Zamboni e il dottor Fabrizio Salvi al convegno scientifico organizzato a Cortina d’Ampezzo nell’ambito dell’incontro “Verticale Solidale 2014”.

Il primo intervento è stato quello del professor Paolo Zamboni, direttore del Centro Malattie Vascolari dell’azienda ospedaliero universitaria S. Anna di Ferrara: “Limiterò il mio intervento all’ultimo lavoro scientifico che abbiamo pubblicato, sollecitato dai rappresentanti delle associazioni dei pazienti, che mi hanno riferito essere troppo tecnico e dunque di difficile comprensione, con ricadute che hanno ingenerato alcuni equivoci. Lo studio in corso riguarda l’ultrastruttura delle valvole difettose delle vene giugulari. E’ ormai dimostrato, con microscopia elettronica, che quando queste valvole, poste nella parte prossimale del collo, cioè vicino al torace, non funzionano a dovere, il sangue impiega più tempo del dovuto a defluire dalla testa, e quindi a drenare dal cervello i metaboliti nocivi. Questa è una conclamata patologia vascolare, la Ccsvi (Insufficienza Venosa Cronica Cerebrospinale). Esistono strumenti scientifici per investigarla, gli ostacoli al flusso possono essere diversi, nelle persone, e non è detto che tutto dipenda dalle valvole difettose. Ora si stanno aprendo nuovi scenari, che ci fanno comprendere come la Ccsvi abbia diverse facce, a volte coesistenti nello stesso soggetto. E’ ovvio che per sviluppare tutti questi scenari la ricerca deve andare avanti. Altrimenti si cancella un diritto fondamentale di ogni cittadino, sancito tra l’altro dall’articolo 32 della Costituzione italiana”.

Da qui la domanda: che cosa provoca la Ccsvi, e soprattutto la presenza delle valvole difettose? “La ricerca ha dimostrato che nei pazienti si sono trovate grossolane alterazioni della cellula endoteliale, ovvero del naturale pavimento del sistema vascolare – prosegue Zamboni-. Nelle valvole dei pazienti, addirittura, questa cellula è scomparsa, indicando con chiarezza come la Ccsvi non sia solo un quadro radiologico o Doppler, ma una vera e propria malattia vascolare. Con eguale chiarezza questo risultato indica come la Ccsvi non possa essere considerata una conseguenza della Sclerosi Multipla”.

La posizione espressa dal professor Zamboni è molto chiara: la Ccsvi è una malattia vascolare indipendente dalle altre patologie neurodegenerative che possono coesistere con essa, o addirittura essere fortemente influenzate dall’alterato ritorno venoso cerebrale. La sua diagnosi è resa evidente quando nel paziente si ha riscontro scientifico che esistono blocchi nel flusso venoso.

“L’attività di ricerca ha l’obbligo di cercare di capire le cause di tutto ciò – conclude il professor Zamboni -. La scienza ha gli strumenti per puntare a capire quali siano le cause della Ccsvi. Dopo di che saremo nelle condizioni che potrebbero permetterci di prevenire, prima, e di bloccare, poi, questa malattia. La parola d’ordine di tutti noi è quindi: Continuare la ricerca!”.

fabrizio salviE’ poi intervenuto il dottor Fabrizio Salvi, responsabile del Centro il BeNe (Bellaria Neuroscienze) per la diagnosi e cura delle malattie neurologiche rare e neuroimmuni dell’ospedale Bellaria di Bologna, oltre che Direttore Scientifico della Fondazione Il Bene: “La Sclerosi Multipla è associata ad un problema di alterata perfusione di cervello e midollo spinale, cioè di alterata vascolarizzazione. Esiste una correlazione tra Ccsvi e Sclerosi Multipla? Non lo sappiamo, anche se esiste una forte convinzione che sia così. Credo che l’alterata perfusione sia la chiave di lettura per avanzare nella ricerca sulla Sclerosi Multipla. Fino ad ora sappiamo che la riduzione della perfusione genera la formazione delle placche (Sclerosi a Placche è una denominazione alternativa della malattia), cioè cicatrici che si formano nella mielina, la guaina che riveste parte del corpo dei neuroni, che trasmettono gli impulsi nervosi tra sistema nervoso centrale e le diverse parti del corpo. Perché si altera la perfusione? Dipende dalle vene e/o dalle arterie. Tutte le anomalie dello scarico venoso creano un danno, se causano una riduzione della perfusione cerebrale. Noi dobbiamo continuare la ricerca, per potere arrivare al più presto a certezze da condividere con tutto il mondo scientifico”.

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