Attualità
14 Luglio 2014

Rutto libero #8, La Finale

di Redazione | 10 min

Il triplice fischio di Rizzoli (a cui la disperazione italica ha affidato un motivo d’orgoglio nazionale per la sua presenza in finale, salvo poi, fra un mese, tornare a considerarlo un mentecatto incapace. Siamo meravigliosi) ha posto fine a Brasile 2014 sancendo la meritata quarta stella per la Germania la quale ha stra iper meritato esprimendo il solito calcio concreto e fisico tipico dei teutonici, unito però a tecnica e fluidità di manovra: ora i tedeschi sono anche belli da vedere. E via di retorica sulla loro affidabilità, sulla loro efficacia, sulla loro “quando i crucchi ci si mettono fanno il mazzo a tutti”, ecc… giornali, trasmissioni e bar gronderanno per mesi di luoghi comuni del genere. Io mi limito a ricordare due cose, giusto per equilibrare il giudizio: 1- la scalcinata Italietta di Prandelli, solo due anni fa, non fece vedere palla ai cyborg nibelungici e li cacciò a pedate dall’Europeo; 2- un popolo che continua a portare calze di spugna bianche sotto i sandali non dovrebbe aprire bocca su nulla. Detto ciò, nessuno al mondo può mettere in discussione questo trionfo.

Brasile 2014 sarà consegnato agli annali come un Mondiale bellissimo, dalla qualità media altissima e dal tasso agonistico siderale. Non so voi, ma io mi sono divertito parecchio. Verrà recapitato ai posteri come il trionfo del “guardiolismo” 2.0: se quattro anni fa il Tiqui-Taqua della Spagna era di derivazione catalana (il guardiolismo puro del Barcellona), quest’anno si è assistito alla versione riveduta e corretta: il Tiki-Taken bavarese. Comunque la coppa l’ha alzata ancora un blocco di giocatori allenato nel club da Guardiola e un Ct (Loew oggi, Del Bosque ieri) che ne ha semplicemente assecondato le abitudini. Poi la figura barbina del Brasile, il catenaccio argentino, l’ennesimo piazzamento degli olandesi (i Toto Cutugno del calcio mondiale), outsider che hanno venduto cara la pelle (Algeria e Costarica su tutte), la caduta degli dei ispanici, la vacanza degli azzurri, il morso di Suarez, le parate di Howard e M’Boly, i gol della madonna di Cahill, Van Persie e Rodriguez, la sfiga di Dzemaili al 120’, il culo di Van Gaal… E tutte le storie che non ho saputo o non ho potuto raccontare.

 

Le partite:

 

Finale 3°4° posto

Brasile – Olanda 0-3 (3’ Van Persie, 16’ Blind, 91’ Wijnaldum)

Il Brasile reagisce allo choc della semifinale con carattere riuscendo a subire addirittura quattro gol in meno.

Migliore in campo:

Fred (Brasile) voto 9: nettamente la miglior partita del suo Mondiale, finalmente spostato in un ruolo che gli appartiene: in panchina per 90 minuti.

 

Finale

Germania – Argentina 1-0 d.t.s (113’ Goetze)

Quello che sarebbe stato – oltre che il derby dei due papi che ha messo in evidenza “l’originalità” dei media italiani – il derby del cuore di Erik Priebke. Peccato non abbia potuto assistere alla sfida tra la sua patria e il suo rifugio dorato, non avrebbe di certo sfigurato in tribuna di fianco a Putin.

Prevedibilmente gli uomini di Loew tribolavano a scardinare la fortezza albiceleste e rischiavano di brutto in contropiede: Higuain ripenserà all’occasione buttata alle ortiche solo davanti a Neuer per tutta la vita. Nel fortino eretto da Ciribiribì Kodak Sabella, grande prova di Garay (che mettendo sul canale 57 diventava magicamente Garay Sport 1), De Michelis (uscito indenne da Tangentopoli) e soprattutto Mascherano, miglior incontrista del mondo e miglior uomo della Selecion in Brasile. Come detto, pur al 113’, Goetze suggellava la vittoria inoppugnabile della squadra più forte. Punto.

 

Migliori in campo:

Mascherano (Argentina) voto 8: sembra il mostro finale dei videogiochi anni ’90. Assatanato.

Müller (Germania) voto 9,5: corre come un mediano, lotta come un gregario, fa assist come un trequartista, segna come un bomber. Manca solo di vederlo in porta. Giocatore totale.

 

Il Pagellone Totale Globale di Brasile 2014

 

Rai Sport voto 1: più passano gli anni, più risultano inadeguati a raccontare un evento sportivo planetario. Non parlo del non mostrare tutte e 64 le partite (competere con Sky è oggi impossibile), ma di rendere al meglio la narrazione sportiva nello spicchio che rimane, fare di necessità virtù, dare il massimo nelle partite trasmesse e nei programmi di approfondimento. Non scordiamo che la stragrande maggioranza degli italiani non ha Sky e conta ancora su di loro. Ma la maggior parte dei giornalisti di Rai Sport dà la sensazione di essere come quegli impiegati della pubblica amministrazione (e impiegati pubblici in realtà lo sono per davvero) che appagati da un contratto blindato si limitano a fare il minimo indispensabile sbrigando ancora le pratiche a mano incapaci di mettersi in discussione imparando ad usare un pc. Sono rimasti a un modo di far televisione paleolitico, con un numero spropositato di dipendenti da dover impiegare per forza, ma senza idee per affidare loro mansioni utili. Esempio (voi che come me non avete Sky): quando vedevate un servizio di Saverio Montingelli che intervistava i citofoni non vi vergognavate per lui? E quando vi dovevate sorbire “Braccio nello sfintere” Varriale nel chiedere lumi tecnici a ospiti del calibro di Sebastiano Somma (perché?!) non vi veniva voglia di inghiottire la tv? O quando al pomeriggio sbavavate dalla voglia di vedere i gol perduti il giorno prima (perché il lavoro, la morosa, i figli, le cavallette, ecc…) e vi toccava assistere ai dibattiti condotti da “Fronte-Man” Paganini con “esperti” di Mondiali come Petruzzi, Incocciati, Pino Wilson o D’Amico che i Mondiali li hanno giocati al massimo col Subbuteo, non vi veniva voglia di picchiare qualcuno a caso? E al mattino, la povera Giovanna Carollo (massima stima) costretta a collegamenti via Skype con “i nostri amici da casa” fra un “complimenti per la trasmissione”, uno “scusate, sono molto emozionato” e un “saluto i miei figli Jonathan, Kevin e il mio cane Giuseppe” non vi dava la sensazione di esservi risvegliati nell’’84? E i pre-partita dell’Italia con Marco Mazzocchi a delirare parole a cazzo come pretesto per mostrare la nuova montatura degli occhiali non vi davano l’effetto di una colonscopia senza sedazione? E quando in video andava Donatella Scarnati con tutto il suo carico di scalmane, secchezza vaginale e sbalzi di pressione, non vi veniva la tentazione di allertare uno specialista esperto di menopausa? Disagio.

 

Bizzotto-Dossena (Rai) voto 2 (1+1): lasciamo stare la passione sfrenata per i teutonici di cui ho ampiamente scritto, ma se il buon Bizzotto torna a firmare servizi con sottofondo musicale rubato a Discoring e abbandona il commento della Nazionale, garantisco che nessuno si farà male e libereremo gli ostaggi. La ciliegina sulla torta del suo Mondiale disastroso la appone durante la finale: formazioni in sovraimpressione e tutto il mondo nota che nella Germania manca Khedira. Inni nazionali e primi piani su tutti i tedeschi e tutto il mondo ha la conferma che Khedira proprio non c’è. Inizia la partita e tutto il mondo vede nel ruolo di Khedira il numero 23 Kramer. Minuto 6° e finalmente se ne accorge anche Bizzotto: “scusate un attimo (silenzio interrogativo)… ma io non vedo…(smarrimento)…c’è forse Kramer…(occhi al cielo stile Mimmo-Verdone)…manca Khedira! (alleluia). Dossena invece lo vorrei chiuso in una stanza con tutti i giocatori a cui in telecronaca ha detto con sicumera cosa avrebbero dovuto fare. E poi aprirei la porta quando lo decide il pubblico da casa.

 

Prandelli (Italia) voto 3: ha sbagliato tutto (preparazione, modulo, tattica) ma non le convocazioni: il convento passa questo. La Happy Family Azzurra di Padre Cesare poi era un’ipocrita apparenza: appena hanno perso si sono scannati tirando fuori ruggini antiche e incolpandosi l’un l’altro. Caro Cesare, sei un brav’uomo e non penso che avresti dovuto aspettare ad allenare, come molti tromboni hanno sostenuto, per espiare i tuoi peccati mortali: è il tuo lavoro ed hai fatto bene ad accettare l’offerta del Galatasaray. Premesso questo, andando in Turchia, non scordare di mettere in valigia il tuo demenziale codice etico e soprattutto Thiago Motta.

 

Falco (Invasore italiano) voto 4: il noto invasore di campo (erede del mitico Cavallo Pazzo degli anni ’80 e ‘90) al secolo Mario Ferri, si finge disabile e poi si alza con scatto felino ed entra in campo durante Belgio-Usa, risultando così l’italiano che meglio ha rappresentato il nostro paese al Mondiale.

 

Van Gaal (Ct Olanda) voto 5: non come allenatore, ma come portatore del naso più brutto del Mondiale (sembra quello del povero Califano con la differenza che a Van Gaal sta malissimo) e come enigmista incapace (le parole crociate che compila durante i match…vedi post precedente…)

 

La squalifica di Suarez voto 6: inaspettatamente severa, ma non abbastanza. Io propongo di fargli giocare una sola partita contro la seguente difesa: Sebastiano Rossi in porta, Pasquale Bruno a destra, centrali Stam e Vierchowod, Policano a sinistra. Poi vediamo se ha il coraggio di mordere qualcuno.

 

Lollobrigida-Antinelli (Rai Sport) voto 7: la squadra per cui giocano affonda, ma loro sono gli ultimi ad arrendersi (e pochissimi altri).

 

Asamoah Gyan (Ghana) voto 8: il Ghana esce subito, ma lui fa in tempo a segnare due gol che, sommati ai tre segnati quattro anni fa in Sudafrica, lo consacrano miglior cannoniere africano ai Mondiali di tutti i tempi. Black Mamba.

 

I portieri voto 8,5: tolti Akinfeev e Casillas, è stato il Mondiale dei portieri: un numero e una qualità di parate senza precedenti ai Mondiali. E poi rivoluzionari del ruolo come Neuer (che in Germania non a caso chiamano “il libero con i guanti”), storie di disoccupati senza squadra che salvano la patria (Ochoa, Julio Cesar, Romero), estremi difensori che battono una malattia e tengono da soli in piedi la baracca (Howard e la sua sindrome di Tourette), vicende da “Holly e Benji” con titolari che escono prima dei rigori e riserve che li parano (Cilessen e Krul). Da ex portiere, una goduria spettacolare.

 

Costarica voto 9: hanno sfiorato la semifinale eliminati solo ai rigori dall’Olanda sfoderando un portiere funambolico (Navas), un grande centrocampista (Ruiz), buoni giocatori sparsi (Bolaňos su tutti) e un’organizzazione difensiva quasi invalicabile (un solo gol subìto su azione in sei ore di gioco effettivo). I vincitori morali del Mondiale. We can be heroes just for one month.

 

Miroslav Klose (Germania) voto 9,5: batte il record di Ronaldo (quello originale) e diventa il giocatore ad aver segnato più gol nella storia dei Mondiali di calcio. Il tutto a 37 anni suonati. Dal poker d’esordio contro l’Arabia Saudita nel 2002 alla zampata nel Mineirazo con in mezzo dodici anni di rapine a mano armata nelle aree di tutto il mondo. Tipo di attaccante in via di estinzione. Bomber-panda.

 

Gary Lewin (Fisioterapista Inghilterra) voto 10: è lui il vero campione del mondo. Sturridge pareggia contro l’Italia, lui salta per esultare e atterrando poggia il piede su una bottiglia lussandosi tibia, perone, rotula e femore. Esce in barella in mondovisione e dà un senso profondo alla spedizione inglese in Brasile, ma anche all’esistenza dei più. Io ho fondato in questi giorni il Gary Lewin Fun Club. Sono aperte le iscrizioni. (Contattatemi in privato).

 

Pallone d’oro mondiale di Rutto Libero: Müller (Germania)

 

Cacciavite d’oro mondiale di Rutto Libero: Fred (Brasile)

 

 

E infine i top e i flop di Brasile 2014.

Nella Top 11 sarebbe stato troppo semplice mettere tutta la formazione della Germania (ce n’è comunque uno per ruolo e sono stato stretto). A tal proposito una piccola precisazione: Lahm è stato riportato da Löw alla sua posizione naturale di terzino destro dopo una partita e mezza, ma qui l’ho inserito nel ruolo con cui ha iniziato il Mondiale (e nel quale lo impiega Guardiola nel Bayern) per dar spazio al prorompente esterno francese Debuchy. E poi lo so che Robben sbilancia un po’ il centrocampo, ma tanto ci pensa Mascherano…

 

TOP 11 BRASILE 2014

 

Neuer (GER)

 

Debuchy (FRA)   Hummels (GER)   Yepes (COL)   Vertoghen (BEL)

 

Mascherano (ARG)

Lahm (GER)                                       Robben (OLA)

J. Rodriguez (COL)

 

Müller (GER)               Messi (ARG)

 

 

Di contro la formazione dei pipponi. Non tanto i più scarsi in senso assoluto (se si eccettuano gli italiani e Fred) quanto i più deludenti. Tipo: Akinfeev è un ottimo portiere, ma ha compiuto due errori clamorosi che sono costati l’eliminazione alla Russia (ero indeciso fra lui e Casillas). Oppure Diego Costa: reduce da una stagione pazzesca non ha visto palla, pagando il torneo orribile di tutta la Roja.

 

FLOP 11 BRASILE 2014

 

Akinfeev (RUS)

 

S. Ramos (SPA)       Pepe (POR)     Paletta (ITA)     Chiellini (ITA)

 

Busquets (SPA)   T. Motta (ITA)

Obi Mikel (NIG)                                 Wondolowski (USA)

 

Fred (BRA)       D. Costa (SPA)

 

 

 

È stato un privilegio e uno spasso raccontarvi questi Mondiali.

Ringrazio tutti per i complimenti, le critiche e anche per le c#g##e di c##zo.

 

Ora posso tornare ad occuparmi di cose più leggere.

Tipo il medioriente.

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