Dopo quasi due mesi dalla richiesta di essere interrogata, oggi Marcella Zappaterra, accompagnata dal suo legale, l’avvocato Fabio Anselmo, verrà sentita in procura. La presidente della Provincia intende chiarire la propria posizione nell’ambito dell’inchiesta sulla tragedia del Ponte Trapella di Massenzatica, che la vede indagata per omicidio colposo.
Il procedimento è stato aperto dal sostituto procuratore Nicola Proto dopo il drammatico incidente della notte del 18 marzo, in cui persero la vita i giovani Matteo Carli, Stefano Bertaglia, Loredana Nicoleta Caruntu e Liliana Dragnescu. Per quel fatto sotto accusa è finito lo stato di manutenzione del ponte, con un conseguente rimpallo di responsabilità tra Provincia e Comune di Mesola. I due enti, con i rispettivi rappresentanti, contestano la propria competenza in merito al manufatto e quindi all’obbligo della relativa messa in sicurezza. Per quanto riguarda la posizione della Zappaterra, la difesa contesta la sua chiamata in causa sul presupposto che a una figura apicale di una amministrazione compete un ruolo di indirizzo politico e di rappresentanza e non uno tecnico, specifico allo stato delle arterie stradali (sono 900 i km di competenza della Provincia).
Indagati assieme alla Zappaterra sono l’assessore alla sicurezza stradale Davide Nardini e l’ingegnere capo Mauro Monti; per il Comune di Mesola il sindaco Lorenzo Marchesini, il suo vice Dario Zucconelli e il dirigente del settore urbanistica Fabio Zanardi.
Intanto, per quanto riguarda le spese legali, in caso di buon esito del procedimento (se cioè si verificherà una archiviazione o un proscioglimento, non luogo a procedere o assoluzione) e se l’ente del Castello non risulterà danneggiato dal comportamento dei suoi amministratori, i relativi costi saranno in capo alla Provincia.
Zappaterra e Nardini beneficeranno infatti della delibera approvata il 10 giugno scorso, secondo la quale l’ente pubblico si farà carico dei loro costi legali. Un provvedimento che fa riferimento alle normative per la tutela dei dipendenti pubblici e risponde all’esigenza di “evitare che un amministratore di un ente pubblico, chiamato ingiustamente a rispondere di presunte attività illecite nell’espletamento dei compiti d’ufficio, debba sopportare il peso economico del processo”.
Le spese saranno sostenute attraverso la copertura assicurativa stipulata con Unipol “entro il limite di massimale consentito” (cifra non quantificata all’interno della delibera). L’atto è stato approvato all’unanimità dalla giunta provinciale, riunitasi al completo con la sola eccezione della vicepresidente della Provincia, Carlotta Gaiani.
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