Italia – Inghilterra 2-1 (35’ Marchisio, 37’ Sturridge, 50’ Balotelli)
Sono le 2:31, Italia – Inghilterra è finita da mezz’ora e godo ancora come un facocero. Gli inventori del piedepalla di ‘sta grandissima cippa che fino al 1950 non hanno partecipato alla Coppa Rimet snobbandola e che poi hanno vinto un solo Mondiale, in casa e con un gol fantasma, ora tacciono a capo chino.
Sul campo di Manaus colorato di verde per camuffarne le zone d’erba bruciata, con 45 gradi Celsius e il 170% di umidità abbiamo esordito a Brasile 2014 spezzando le reni all’Inghilterra allenata da Alfio Finetti, chiudendo ciucchi di fatica, ma con tutti i soldi che prendono e bla, bla, bla. Migliore in campo per distacco non un giocatore, ma Gary Lewin, fisioterapista della nazionale inglese, portato fuori in barella per un infortunio procuratosi esultando al gol di Sturridge. Gli voglio già tanto bene.
Ed ora il pagellone di Rutto Libero:
12 Sirigu, voto 7,5: diciamo grazie a Zenga che lo lanciò ventenne al Palermo e a Leonardo che lo portò a Parigi riconsegnandoci un portiere di livello internazionale. Totò vola, è bello da vedere, sicuro e solido, nulla da fare sul gol da 0 metri, para tutto il resto. Buffon può guarire con calma. Ottomano.
3 Chiellini, voto 5: a un certo punto mi sono chiesto quale fosse il numero di sms per eliminarlo. Tecnicamente imbarazzante quando rallenta le ripartenze, non spinge pur giocando in un ruolo che ben conosce avendoci giocato stabilmente fino al 2009. Gli avversari li vede passare e non ha neanche il riflesso per una pedata sugli stinchi, suo marchio di fabbrica. Speriamo che torni centrale al più presto. La sua forza è l’agonismo, la sua partita un’agonia. Amatore.
15 Barzagli, voto 7: con Chiellini versione torneo della pitona di Traghetto e Paletta strappato alla Polispostiva San Formaggi, Barzaglione tiene su la baracca con esperienza e tanto carisma. Pazzesco il salvataggio con cui nega letteralmente un gol fatto a Sturridge. Titano.
20 Paletta, voto 4,5: tu mi fai girar come fossi una bambola, intona a un certo punto a Sterling. Lento e sempre fuori posizione, va detto a sua discolpa che è rimasto orfano del gemello di reparto Secchiello. Una prestazione in linea con la capigliatura. Masegna.
4 Darmian, voto 7,5: gioca semplice ma mai banale. Sempre in posizione, spinge tanto e bene. Complimenti alla solita lungimiranza di Galliani che lo scaricò con disgusto dopo averlo visto crescere nel settore giovanile del Milan. Lo ricomprerà quando avrà 37 anni e sarà a parametro zero. Corre come se fosse all’Abetone anziché a Manaus con quel cazzo di caldo. Da questa squadra non lo schioda più nessuno. Tassottino.
16 De Rossi, voto 6,5: tanto lavoro sporco. Si fa il mazzo e il contro mazzo agendo da frangiflutti e consentendo a Pirlo e Verratti di pasturare calcio in allegria. Tiene a bada Ciccio Bombo Cannoniere Rooney e scusate se è poco. Una certezza granitica. Muro portante.
8 Marchisio, voto 7: la lesca che scartavetra nell’angolino con cui stappa il nostro mondiale vale come il diamante. Dopo il gol, l’esultanza e i continui primi piani, le sue occhiaie diventano un’icona e i giovani di tutto il mondo, per emularlo, si sono segregati in bagno con gli appositi giornaletti. Onan-gol.
21 Pirlo, voto 7,5: cosa devo dire di uno che fa un assist geniale senza toccare il pallone? Il velo con cui smarca Marchisio è roba da museo d’arte moderna. Il portiere inglese (Dowson di Dowson Creek, ndr) sta ancora cercando il pallone dopo la punizione-traversa nel finale. Il più grande calciatore italiano degli ultimi vent’anni. Che Dio, o chi per lui, ce lo conservi integro. Santo subito.
23 Verratti, voto 5,5: appena guarito dalla febbre, la mamma non voleva che sudasse. Soffre la fisicità dell’Inghilterra e fatica a esprimere il suo tasso tecnico folle. Crescerà. Esce al 57’ perché domattina ha catechismo. Infante.
(dal 57’ T. Motta, voto 6: entra e mette tutta la sua straordinaria verve e il suo scatto felino nel convulso finale. Processione. )
6 Candreva, voto 6,5: il cross per Balotelli è capolavoro balistico e gli vale l’abbondante sufficienza. Si sbatte e tenta di inserirsi come sa fare lui. Generoso e piede caldo. Crescerà pure lui. Prezioso. (dal 79’ Parolo s.v.: entra e passa tutto il tempo a inseguire Gerrard chiedendo l’autografo. Non scordiamo però che è lì solo per l’infortunio di Montolivo. Grazie a Dio. Mattacchione.)
9 Balotelli, voto 8: e adesso li voglio sentire tutti i rompicoglioni che lo volevano addirittura fuori dalla lista dei 23. Canta “La solitudine” di Laura Pausini per 90 minuti, lasciato solo con quegli omaccioni malintenzionati della difesa inglese dal momento che a Prandelli pare piaccia schierare dai 15 ai 24 centrocampisti. Ebbene, lui gioca da centravanti autentico (come del resto fa sempre in Nazionale, ma chi lo critica non ha mai visto una partita dell’Italia che sia una), da punta vecchia maniera, tiene palla, fa salire la squadra, cerca il taglio verso la porta e realizza movimento e incornata per il 2-1 alla Bobo Vieri, anche se a Bobo piaceva di più la gnagna. E ora tutti muti. Che lo vogliate o no è il più forte attaccante italiano per distacco ed è imprescindibile. Killer.
(dal 73’ Immobile, s.v.: tenta di scalfire il record mondiale out-door di fuorigiochi in una sola partita detenuto da Pippo Inzaghi e quasi ci riesce. Fermatelo.)
Prandelli, voto 7: schiera ciò che ha di meglio per le mani e non è molto. Magari una punta in più e un centrocampista in meno ci avrebbero consentito di non essere schiacciati nel finale. Non è un pirla e lo sa anche lui. “Metti a Cassano” te ne prego.
Ed ora avanti con le tre regole fondamentali per vincere: Oc, pazienza e bus dal cul.
Dai.