8 Giugno 2014
Dalla mancanza di un mezzo a Cona al continuo via vai al Delta per i medicinali Asl. Un problema di costi e servizio

Valzer delle ambulanze, altro che razionalizzazione

di Ruggero Veronese | 4 min

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admin-ajax (1)Il comitato per la Salvaguardia dell’Ospedale del Delta contro le “mezze verità” dei dirigenti della sanità ferrarese. O, come fa notare il portavoce dell’associazione, Nicola Zagatti, contro quelle che “ai fini paratici, diventano delle mezze bugie“. E in particolare quelle con cui la dirigente del 118 Adelina Ricciarelli ha giustificato l’episodio, riportato sulle pagine di estense.com, della vicenda di una signora che dopo essersi sentita male all’interno del Sant’Anna ha dovuto attendere l’arrivo di un’ambulanza da corso Giovecca per poter essere trasportata nel pronto soccorso, situato nello stesso ospedale in cui aveva avvertito il malore.

A cosa si riferisce Zagatti nel parlare di mezze verità? In primo luogo al paragone usato dalla Ricciarelli per riportare nella ‘casistica standard’ la situazione di Cona, ospedale che nonostante le sue dimensioni e le sue funzioni strategiche non dispone di un’ambulanza fissa per le emergenze (le quattro che coprono il territorio ferrarese sono posizionate in via Verga, in via Cisterna del Follo, al petrolchimico e in corso Giovecca). “Anche all’ospedale Maggiore si verifica la stessa cosa – fu la rassicurazione della dirigente –. Anzi, in tutti gli ospedali con una struttura complessa conviene mandare un’ambulanza piuttosto che intervenire tramite barella a piedi”.

Un’argomentazione che solleva parecchie perplessità da parte del comitato del Delta. Perchè è vero che anche nel nosocomio bolognese non sono previsti trasporti ‘appiedati’ per le emergenze, ma occorre anche dire che l’ambulanza preposta a questi spostamenti si trova all’interno della stessa struttura e non, come nel caso Cona, a una decina di chilometri di distanza (corso Giovecca, per l’esattezza, si trova a 8,3 km seguendo via Comacchio oppure 12,1 km imboccando la superstrada). “Cosa significa ciò? – si chiede Zagatti – Significa che l’Ospedale Maggiore, seppur datato anch’esso come il nostro caro ed amato “vecchio” Sant’Anna di corso Giovecca, è considerato ancora “strategico” per far raggiungere, alle autoambulanze, talune zone della città di Bologna: quindi Cona, dal momento che non ha autoambulanza di presidio fissa, non è ubicato in una posizione strategica. Ma dopo 20 anni per costruirlo, e centinaia di milioni di euro spesi, senza calcolare quelli che ancora si spenderanno, possibile che non vi siate soffermati su particolari come questo?”.

Ed essendo il problema del posizionamento dell’ospedale non più risolvibile, casi come quello di pochi giorni fa (così come quello avvenuto circa un anno fa, quando un signore accusò un malore alla fermata dell’autobus di fronte all’ospedale) fanno tornare prepotentemente alla ribalta il tema di una quinta ambulanza che possa presidiare anche la zona dell’ospedale. Per due motivi: qualità del servizio e razionalizzazione dei costi. Per quanto riguarda il primo punto si presenta anche un nodo delicato: il trasporto dei pazienti che arrivano con l’elisoccorso: “Ci chiediamo quale sia il protocollo per i trasporti in elicottero dato che, sempre al Maggiore, vi sono almeno due mezzi che stazionano, in loco, per il trasporto in emergenza dall’elisoccorso al pronto soccorso o agli altri reparti di accesso”. Mentre nel caso del Sant’Anna? “In caso di elisoccorso – prosegue Zagatti – dobbiamo sempre far venire un’ambulanza esterna per trasportare il paziente dall’eliscalo al reparto in cui deve essere ricoverato”.

Zagatti guarda soprattutto ai rischi per i pazienti causati dai possibili ritardi nel servizio. Ma non trascura neanche il notevole aumento dei costi del servizio sanitario causato dai chilometri percorsi dalle ambulanze senza pazienti a bordo. Che si somma a quello, denunciato in particolar modo dal segretario provinciale della Cgil-Fp Marco Blanzieri, che riguarda il continuo via vai di mezzi lungo tutta la provincia per l’approvvigionamento dei medicinali necessari alle due aziende sanitarie. “Siamo arrivati al paradosso – spiegava pochi giorni fa Blanzieri – per cui in un ambiente unico con 10 ambulatori,  in 2 di essi i farmaci arrivano dal magazzino di corso Giovecca e negli altri 8 dal magazzino dell’ospedale del Delta situato a 40 km di distanza. Uno spreco non tollerabile che abbiamo già denunciato, ma che non trova risposta”.

Riassumiamo schematicamente la situazione: i medicinali necessari per l’azienda Sant’Anna provengono dal vecchio ospedale di corso Giovecca. In cui sono presenti anche otto ambulatori dell’Asl, che tuttavia non possono ‘pescare’ direttamente dal magazzino situato a pochi metri: sono costretti a un continuo andirivieni dall’ospedale del Delta (quasi 50 km di distanza), dove si trova il magazzino Asl. “E a questi spostamenti per i medicinali si aggiungono ora – fa notare Zagatti – anche quelli da Valle Oppio a Cona per effettuare le analisi nel laboratorio unico del Sant’Anna, con altri mezzi di trasporto in funzione. E questa sarebbe la razionalizzazione dei servizi?“. Eppure circa un anno fa la Regione rese disponibili 4 milioni di euro per la creazione di un nuovo magazzino unico per le due aziende sanitarie. Ma l’investimento è stato cancellato all’inizio di quest’anno, con il proposito da parte dei vertici regionali di creare un magazzino unico che copra anche i bacini di Bologna e Imola,  e i quattro milioni sono stati dirottati per l’acquisto di attrezzature tecnologiche per il Sant’Anna. Dalla Regione hanno fatto sapere che un nuovo gruppo di lavoro sta studiando l’ubicazione ottimale per il nuovo magazzino che servirà le tre province. Mentre tra corso Giovecca, Cona e Valle Oppio i mezzi continuano a macinare chilometri su chilometri per trasportare pazienti e medicinali. Tutto in nome della razionalizzazione.

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