Faccio il sovversivo
6 Giugno 2014

Dal voto alla nomination

di Faccio | 2 min

A proposito dell’ultima tornata elettorale, vorrei esprimere il mio totale dissenso verso un certo tipo di politica e di campagna elettorale fatta con la sfacciataggine l’approssimazione di un torneo di calcio estivo.

Esiste un dato a dir poco allarmante, il 43,2% degli Italiani non si è recato alle urne!!!

Penso che dobbiamo ripartire da qui: capire il motivo di una percentuale così alta di non votanti è fondamentale, soprattutto per gli addetti ai lavori. Esaltarsi per una “vittoria”, far finta di non vedere ed andare avanti come se niente fosse sarebbe veramente da incoscienti perché oggi non vince nessuno, oggi stiamo perdendo tutti.

Il 43,2% è un pezzo troppo importante per non essere preso in considerazione.

Se andiamo nello specifico, valutando attentamente l’accaduto anche nel mio Comune (Copparo), la prova lampante del distacco dalla politica é l’affermarsi di liste civiche che si formano per appoggiare partiti o movimenti, quando in realtà se ci si vuole impegnare basterebbe entrare nel partito o nel movimento che maggiormente rispecchia il nostro modo di vedere il mondo.

Queste liste si formano solo ed esclusivamente con l’avvicinarsi delle elezioni, sono proprio i grandi partiti che cercano soccorso e appoggio, addirittura a volte sono proprio loro a nascondersi dentro ad esse.

A me non piacciono per niente, anzi ritengo questo modo di fare politica pericoloso e inadatto se vogliamo divulgare certi pensieri e certi ideali. Invece le civiche pare non vogliano essere né di destra, né di centro, né di sinistra, guardano con distacco la politica, mettono insieme 5/6 punti di condivisione e via andare… Poi peró entrano nei Consigli Comunali e allora fa comodo avere dei posti di potere per controllare le aree specifiche, talvolta davvero ristrette, di cui si occupano.

Le civiche non fanno bene alla politica e l’astensionismo di cui parlavo prima ne é la dimostrazione: se fossero percorsi veritieri porterebbero tante persone al voto, cosa che invece non accade, perché gli elettori percepiscono l’inganno che sottintendono.

D’altro canto se i partiti e i movimenti non si danno da fare per coinvolgere attivamente tutti i cittadini sarà veramente la fine.

La politica a mio modo di vedere può e deve essere altro: la politica è circolo, congressi, chiacchierate partecipate, discussioni accese, scazzi e riconciliazioni, sconfitte e vittorie comuni, delle quali gioire o soffrire.

Non voglio credere che le persone non vogliano più parlare di politica, perché se non partecipiamo attivamente saranno altri e prendere le decisioni che ricadranno si di noi. Quindi spegniamo la tv, stacchiamo un po’ la rete, impegniamoci, agiamo, lottiamo per i nostri ideali: altrimenti, come dice Caparezza, perderemo il diritto di voto per guadagnare il diritto alla nomination.

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