Mancano pochi minuti a mezzogiorno e Corrado Clini arriva puntuale all’appuntamento con il gip Piera Tassoni. Nell’aula C del tribunale di Ferrara l’ex ministro all’Ambiente del governo Monti, indagato dalla procura di Ferrara per peculato e ora agli arresti domiciliari nella sua casa romana, si è presentato con il suo avvocato Paolo Dell’Anno.
Davanti al giudice Clini ha reso dichiarazioni spontanee e portato prove documentali che, nelle intenzioni del suo legale, “dimostrano l’estraneità del mio assistito ai fatti contestati”. “Abbiamo offerto al giudice i nostri elementi di valutazione” ha aggiunto Dell’Anno, che ha spiegato ai cronisti che asserragliavano il corridoio che il direttore generale del ministero dell’Ambiente ha collaborato con gli inquirenti.
Per quanto riguarda invece l’eventuale ricorso al tribunale del Riesame contro la misura cautelare, “non abbiamo ancora deciso in merito”.
Al termine della mini udienza durata circa 50 minuti non è arrivata invece nemmeno una parola da Clini, apparso tranquillo e sereno anche se leggermente infastidito da taccuini e telecamere (“per fortuna che non doveva saperlo nessuno”, ha bisbigliato all’entrata). Appena uscito dal tribunale l’indagato eccellente del’inchiesta New Eden si è infilato nell’auto ed è ripartito per Roma.
“Adesso valuteremo gli elementi che ci sono stati forniti”, commenta il sostituto procuratore Nicola Proto, titolare dell’inchiesta assieme al pm Filippo Di Benedetto, confermando come “la procura di Ferrara sta continuando a collaborare con quelle di Roma e di Lugano”. La magistratura svizzera sta indagando sull’ipotesi di riciclaggio internazionale in merito ai passaggi di denaro dall’Europa ai paradisi fiscali caraibici.
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