Si conclude con due condanne il processo per tentata estorsione a un imprenditore ferrarese. Il giudice collegiale di Ferrara ha comminato ad Angelo Arena, bolognese di 58 anni, e 1 anno e 8 mesi a Elvio Rovelli, parmense di 63 anni. Con loro era imputato, poi deceduto a processo in corso, Carmelo Commendatore, noto alle cronache giudiziarie nazionali per il sequestro dell’industriale ferrarese Angelo Fava nel 1979.
Rovelli è il titolare di due ditte creditrici della parte lesa e sarebbe (insieme a Gianluca Vitali, ferrarese del ’69, già condannato nel luglio 2012 in rito abbreviato a 2 anni e 8 mesi) il mandante della tentata estorsione. Arena e Commendatore gli esecutori materiali.
La vicenda ha inizio il 13 settembre del 2010, quando la vittima, amministratore di una società in fallimento (parte civile attraverso l’avvocato Marco Linguerri), riceve una telefonata da uno sconosciuto. Questi, con un marcato accento siciliano, gli chiede di incontrarlo dicendo di trovarsi già sotto casa sua. Lui in un primo momento rifiuta ma poi, dopo molte insistenze, accetta di incontrarlo presso la ditta dei figli, dove si trovava in quel momento. Nel piazzale era parcheggiata un’auto scura con a bordo tre persone. L’uomo va loro incontro assieme al figlio, che ha la premura di accendere il registratore del suo i-phone.
Commendatore e Arena escono dalla vettura e gli si fanno incontro. Come biglietto da visita il primo si presenta con il suo “curriculum” criminale: “sono il sequestratore di Fava ed esco da molti anni di galera”. Dopo i convenevoli Arena (pregiudicato per rapina e altri reati) gli mostra due contratti di cessione di credito a favore di Commendatore da parte di Rovelli per un totale di circa 430mila euro. Si trattava di due ditte creditrici della società della vittima. “Impossibile” chiarì l’imprenditore, dal momento che la sua azienda era sottoposta a curatela fallimentare.
Ai due sconosciuti non importava. Secondo l’accusa Arena gli consigliò di bypassare il curatore fallimentare e di pagare direttamente a loro i crediti. Comprensibilmente allarmato, l’uomo si precipitò dai carabinieri.
Intanto passa una settimana e Commendatore, non ricevendo risposta, richiama scocciato e invita caldamente il malcapitato a seguire i suoi consigli, onde evitare di “ricorrere a metodi siciliani”.
Quanto basta per convincere i giudici della volontà estorsiva.
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