15 Maggio 2014
Il segretario Pdci Cesare Procaccini a Ferrara: "Grillo ha permesso la formazione di un governo di centrodestra"

Fornaro: “Le lobby dettano la politica Pd, niente alleanze”

di Ruggero Veronese | 3 min

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da sx: Cesare Procaccini, Italo Cariani, Mauro Alboresi

da sx: Cesare Procaccini, Italo Cariani, Mauro Alboresi

La scelta di non allearsi con il Pd e Sel per la riconferma di Tiziano Tagliani, la condanna al Movimento 5 Stelle e il proposito di riunire Comunisti Italiani e Rifondazione Comunista in un unico partito: sono questi alcuni dei principali temi toccati da Cesare Procaccini durante la sua visita a Ferrara. Il segretario nazionale del Pdci – insieme a Italo Cariani e Mauro Alboresi, suoi omologhi a livello comunale e regionale – era nella città estense per supportare la candidatura a sindaco di Giuseppe Fornaro per la lista Valori di Sinistra, supportata anche da Idv e Prc. Un’occasione per discutere non solo delle scelte in chiave locale, ma anche delle prospettive in Italia e in Europa dei partiti di sinistra.

Ma partiamo da Ferrara, terra in cui gli accordi con il Pd sembrano molto più improbabili che in chiave nazionale. Lo conferma lo stesso Fornaro, quando afferma che “È difficile fare alleanze di governo finchè la politica economica di questa regione sarà dettata dalle lobby economiche, in particolare da Hera“. Una dichiarazione dettata dalla contrarietà di Fornaro ai progetti di “falsa geotermia” a Malborghetto, con tutte le implicazioni relative al mantenimento in funzione dell’inceneritore e alla politica di raccolta dei rifiuti. Ma un altro fatto che il candidato sindaco non manda giù è quello relativo alla gestione del welfare, per il mancato utilizzo dei fondi regionali per le non autosufficienze per aiutare la popolazione durante il sisma: “La mia denuncia non è stata smentita dall’Usl – afferma Fornaro -: nel 2012 l’azienda ha tenuto nel cassetto 7,5 milioni di euro, proprio durante il momento di massima emergenza per il terremoto“. Discrepanze tali tra le politiche dell’amministrazione e la propria visione della politica che Fornaro non ha dubbi sulle eventuali alleanze in consiglio: “L’ho detto fin dall’inizio: il Pd ha fatto una scelta di campo ben precisa. Potremo trovare accordi solo su singoli provvedimenti“.

Un fatto che attende ancora repliche ufficiali e che non fa che aumentare la distanza tra Pd e la lista di Fornaro. Procaccini dal canto suo non può che appoggiare le denunce relative alla gestione privatistica dei servizi pubblici, soprattutto quando “assistiamo a uno stato sociale invertito, in cui le risorse per il welfare vengono prese direttamente dal basso”, tanto che “i Comuni vengono ormai visti solo come quell’ente a cui spetta raccogliere i soldi dei contribuenti”. Un fenomeno a cui del resto – secondo i presenti – ha già intaccato il Pd anche a livello nazionale, almeno a giudicare dalle alleanze che hanno ‘tagliato fuori’ le formazioni più a sinistra del panorama politico. “Il Pd ha voluto chiudere ogni spazio a sinistra e si è trovata a governare insieme ad Alfano e Berlusconi (quest’ultimo per via degli accordi sulle riforme, ndr). La forza e la vocazione maggioritaria del Partito Democratico hanno portato a questo, ma spero comunque che Renzi non perda le prossime elezioni, perchè Grillo rappresenta un rischio maggiore“.

Proprio contro il Movimento 5 Stelle giungono alcuni degli attacchi più pesanti. Secondo Procaccini infatti, precludendosi a ogni alleanza politica, la nuova forza parlamentare ha ‘sprecato’ la propria opportunità, vanificando il proprio consenso e relegandosi in posizioni ininfluenti sui meccanismi decisionali. “Anche Grillo, a modo suo – afferma il segretario Pdci -, fa parte del sistema: nel momento di massima forza, quando aveva la maggioranza relativa alla Camera, ha permesso la formazione di un governo di centrodestra (così Procaccini giudica i governi di larghe intese, ndr). Ha chiesto tutto per non ottenere niente”. Diversa l’impostazione dei partiti comunisti, che sostengono di essere pronti ad alleanze a tutti gli appuntamenti elettorali “purchè le condizioni lo consentano, cosa che non è avvenuta a Ferrara”.

Ma quando si potranno rivedere in un’unica sigla i partiti comunisti italiani? “Bisognerebbe chiederlo a Ferrero – afferma Procaccini -. Noi abbiamo detto di essere disposti anche a una scissione simultanea pur di riunificare i partiti. Una volta la divisione stava nell’appoggio o meno al governo Prodi, ora non ha più senso restare divisi”.

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