È la storia di un abbandono e, forse, di un perdono. “Le orme dell’orso” è il nuovo libro di Francesca Boari. Un libro del tutto particolare. Innanzitutto perché non doveva nemmeno nascere. Dopo la danza macabra dei sensi descritta nel suo ultimo lavoro, “Piovono sassi dal cielo”, la scrittrice ferrarese aveva deciso di riporre la penna nel cassetto. Quantomeno “per un nel po’ di tempo”. A convincerla a riaprire quel cassetto è stata una sua amica, Adriana Valles. Lei, nota parrucchiera con un negozio a Ferrara, è anche, altra ‘stranezza’ del libro, la protagonista di questo romanzo. Romanzo presentato dopo l’anteprima del 4 aprile al Cosmoprof di Bologna, ancora un dettaglio sui generis, nel suo negozio di corso Porta Po.
“Io e Adriana ci conosciamo da vent’anni – racconta Francesca Boari -. Poco tempo fa mi ha raccontato la sua intera storia ed è arrivato automatico il desiderio di scriverne un libro”. E la storia, pardon la vita, di Adriana è davvero da romanzo.
La prima pagina della vita di Adriana viene scritta a Ferrara, quando lei deve ancora nascere. La madre emigra nel Dopoguerra. Destinazione Argentina. Qui conosce un uomo, lo sposa e i genitori la raggiungono oltreoceano. Lascia il primo marito e incontra colui che sarà il padre di Adriana. Dopo tre anni avviene l’inspiegabile. La madre di Adriana scappa, l’abbandona. E lei, la figlia, una volta raggiunta l’età dell’adolescenza, passerà anni e anni a cercarla.
Intanto, quando la bambina ha 13 anni, i nonni decidono di tornare in Italia e la portano con loro. Lei finisce la terza media e si mette subito a lavorare come apprendista parrucchiera. Passano gli anni e i tentativi di contattare la madre. Il giorno del suo matrimonio Adriana riceve un telegramma: il papà è morto. Vola in Argentina con ancora l’abito nuziale e alla frontiera viene arrestata. Era registrata come dissidente nel regime dei Colonnelli. Siamo nella seconda metà degli anni ’70. La madre viene a sapere che la figlia è in Argentina ed è reclusa. Tramite amicizie influenti riesce a intercedere per lei e così Adriana viene liberata. Torna in Italia ed è qui che la madre la contatta.
Ora la protagonista ha 22 anni. A Roma avviene il fatidico incontro. La madre la tiene nascosta ai suoi fratelli, nati da una secondo matrimonio. Da questo momento incomincia la storia raccontata da Francesca Boari.
La ‘seconda vita’ di Adriana acquista senso dopo aver ascoltato una frase. Una frase pronunciata da suo figlio. Un giorno, “non so neanche io il perché”, confida la Valles in sede di presentazione, va in chiesa a Malborghetto. Ascolta l’omelia di don Alessandro. Che a un certo punto parla del coraggio di seguire le orme di Gesù. il sacerdote si rivolge ai bambini presenti e chiede quali orme abbiano mai visto nei loro pochi anni. Le risposte non si fanno attendere: chi quelle di un uccellino, chi quelle di un consiglio e poi arriva il turno di suo figlio: “io ho visto quelle di un orso”.
“Nascosi le lacrime – prosegue il libro -. Il desiderio di mio figlio, di seguire le orme più grandi, per non deludermi mai mi commosse”. Adriana si recò da don Alessandro, che la accolse “con un sorriso che non dimenticherò mai”. E abbracciò la religione, quel dettato evangelico di “lasciare ogni cosa per seguire le orme di Gesù, il cammino più difficile…”.
Da quel momento inizia un percorso di fede. Affronta il Camino di Santiago con la madre e poi… E poi “arriva un finale incredibile – accenna Francesca Boari senza svelare il resto – che serve per dare un po’ di speranza a chi non crede che con coraggio e cuore si può arrivare dove si vuole”. E per arrivarci serve “osare – sono parole del libro -, essere folli, credere di più in quello che si può dare, e questo lo avevo sempre fatto, anche scegliendo una direzione precisa di senso che, certo, non ti garantisce il ritorno, ma ti riempie il presente di sangue”.
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