Cronaca
22 Aprile 2014
Irene Gigante e il direttore del servizio geologico della Regione discutono in tv su quanto emerso dal rapporto Ichese

Sisma, i NoTriv in Rai: “Come si fa a rischiare?”

di Daniele Oppo | 3 min

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Irene Gigante UnoMattinaLa vicenda del rapporto della commissione Ichese finisce a Uno Mattina in Famiglia, popolare trasmissione di Rai1. A parlarne con i conduttori Tiberio Timperi e Francesca Fialdini, nella mattina di Pasqua, sono stati Raffaele Pignone, direttore servizio geologico Regione Emilia Romagna e Irene Gigante, portavoce dei No Triv ferraresi.

Il dibattito, per la verità molto scarso e frammentato dai continui interventi dei due conduttori, è ruotato intorno alla impossibilità di escludere che le azioni inerenti lo sfruttamento di idrocarburi nel campo di Cavone possano aver contribuito a “innescare” l’attività sismica del 2012 in Emilia. Da un lato Pignone osserva che “Su cinque trivellazioni in tutto il territorio 4 vengono escluse, su Cavone il rapporto dice che non si può escludere (il nesso di causalità, ndr) con i dati che si hanno a disposizione”. Affermazioni alle quali Irene Gigante risponde mettendo al centro dell’attenzione il rischio per la popolazione: “Sostengo che esiste un nesso tra trivellazioni e terremoto perché questa notizia è uscita grazie a Science altrimenti ancora oggi non lo sapremo. Il risultato dice che potrebbe esserci una concomitanza tra trivellazioni e terremoto, una relazione causa effetto. Come si fa a rischiare? – chiede – Come si fa a continuare a far queste operazioni sapendo che potrebbe esserci il rischio?”.

La contro-replica di Pignone è che, se è vero che gli esperti non escludono una correlazione, è anche vero che affermano che essa non si può neppure provare, evidenziando come la sismicità indotta dalle trivellazioni è stata osservata su operazioni fatte ad alta pressione (come nel caso del fracking, che in Italia non viene praticato, ndr) e non in strutture naturali come invece avviene in Emilia.

Insomma, le parti mostrano un diverso punto di vista legato allo stato di incertezza: se per l’esponente No Triv l’assenza di certezze dovrebbe condurre al blocco totale delle trivellazioni – “dalle quali per lo Stato non c’è nessun vantaggio perché vengono effettuate da società private” – per scongiurare qualsiasi rischio, per Pignone vale il discorso contrario anche perché la correlazione (statistica) individuata dalla commissione Ichese riguarda un aumento dell’attività sismica legato a un aumento di quella estrattiva osservato nel 2011 e per di più a distanza di 20 km dall’epicentro del sisma del 20 maggio. Sul punto Pignone rileva anche che la commissione ha escluso la pericolosità di trivellazioni fatte in certi tipi di rocce (quelle molto recenti che costituirebbero il 99% di tutti i casi in regione, ad esclusione proprio di Cavone) i casi noti di sismicità indotta dall’attività antropica (in due casi in Cina e nell’Oklahoma) si sono verificati a seguito di un aumento del prelievo dieci volte maggiore di quello precedente – mentre “a Cavone si è passati da 18mila a 22mila” – e con sismi verificatisi vicino ai pozzi di estrazione.

Contrapposizione che si evidenzia anche quando si parla delle attività di ricerca sul territorio predisposte da Regione e ministero per lo Sviluppo economico in base alle raccomandazioni date dalla commissione: “Noi rischiamo – afferma Gigante, mentre Pignone afferma che non c’è alcun rischio per la vita delle persone -, ci sono tantissime motivazioni per dire che queste operazioni non sono necessarie, le trivellazioni non solo potrebbero essere causa di terremoto, l’Emilia Romagna è un territorio fragilissimo: ci sono rischi legati alla subsidenza e c’è un forte rischio idrogeologico”.

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