Lettere al Direttore
3 Marzo 2014

Animal Facility: “Uno spreco di risorse per una vergogna dell’umanità”

di Redazione | 2 min

Gentilissimi,
ho appreso dai mezzi di informazione che l’Università di Ferrara ha deciso di realizzare un nuovo edificio da destinare ad Animal Facility.

Tale Università sottolinea il fatto di avere a disposizione lo stabulario e alcuni laboratori della sezione di Farmacologia dove poter effettuare solo progetti che coinvolgono un numero limitato di animali (ratti o topi) mentre il servizio di Animal Facility avrà l’obiettivo primario di affiancarsi ad aziende e a strutture di ricerca mettendo a disposizione spazi per l’allevamento e il mantenimento di animali di piccola taglia (ratti, topi, cavie, conigli), al fine di offrire laboratori opportunamente attrezzati per effettuare le procedure chirurgiche necessarie all’allestimento di modelli animali di patologia, per la sperimentazione pre-clinica in vitro e/o in vivo.

Considero questo progetto, finanziato dalla Regione Emilia Romagna attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, uno spreco di risorse che potrebbero essere utilizzate in progetti di ricerca senza uso di animali.

In considerazione delle critiche scientifiche all’utilizzo degli animali nella ricerca biomedica e della crescente opposizione della popolazione italiana alla sperimentazione animale, invito l’Università di Ferrara a ripensare al progetto e a utilizzare i finanziamenti destinati alla realizzazione dell’Animal Facility per creare un centro di ricerca che utilizzi metodi innovativi e tecnologie avanzate non basate sull’uso di animali.

Animal Facility, considerata dall’Università una risorsa per i ricercatori coinvolti in progetti che implichino l’utilizzo di animali da laboratorio, entrerà a far parte di quella folta schiera di prigioni animali che sono una vergogna per l’umanità.

Mi auguro che i ricercatori dell’Università di Ferrara si liberino dalle catene dell’oscurantismo e si aprano a una ricerca ispirata a princìpi etici e utile agli animali umani e non umani.

Cordiali saluti.

Paola Re

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