Manuela Fantoni è stata riconfermata alla segreteria provinciale dello Spi-Cgil per i prossimi quattro anni, al termine del congresso provinciale dell’organizzazione che si è concluso oggi pomeriggio a San Vito di Ostellato. Alla segreteria provinciale sono stati confermati Dino Bonazza (organizzazione), Cristina Bovolenta (area dei servizi), e Sandro Arnofi (area della contrattazione sociale). Il congresso ha eletto anche i 78 componenti del nuovo comitato direttivo (il 47% sono donne), i delegati al congresso della Camera del lavoro (Ferrara, 5 e 6 marzo) ed a quello regionale dello Spi che si terrà a Riccione il 18, 19 e 20 marzo prossimi.
Numerosi gli interventi nella mattinata, circa una ventina, che hanno approfondito i temi sollevati ieri dalla relazione introduttiva di Manuela Fantoni. Particolare rilievo hanno avuto i problemi generati dalla crisi, che si riverberano con maggiore pesantezza sugli anziani, sulle donne e sui giovani e che richiedono un sindacato soggetto del cambiamento, più preparato, organizzato e radicato nel territorio, a partire dalle Leghe. Un sindacato maggiormente agguerrito nella contrattazione sociale, in grado di essere un punto di riferimento a cui rivolgersi con fiducia per la propria tutela, per migliorare le condizioni di vita delle fasce più deboli della popolazione e per garantire i diritti fondamentali di ciascuno e di tutti.
Su questi temi ha insisito Patrizia Ghiaroni, della segreteria regionale dello Spi-Cgil, indicando quattro punti da inserire nell’ agenda di lavoro per i prossimi mesi: rafforzamento dell’organizzazione, una rivitalizzazione della negoziazione sociale, le attività di accoglienza e di tutela – che comportano una vertenza nazionale con l’Inps per un radicale cambiamento della politica e dei modi di funzionare dell’istituto di previdenza – e una qualificazione dei quadri dello Spi.
Un intervento, quello di Patrizia Ghiaroni, non conclusivo, come precedentemente era previsto: è stato Raffaele Atti, segretario generale della Camera del lavoro di Ferrara, a parlare per ultimo, per esprimere la propria opinione sulla situazione interna che sta vivendo la Cgil relativamente ai problemi derivati dall’accordo sulla rappresentanza sindacale sottoscritto con Cisl, Uil e Confindustria il 10 gennaio scorso.
Atti ha affermato che il congresso della confederazione avviene in uno dei momenti più difficili della storia del Paese e che il sindacato oggi è chiamato ad uno sforzo inedito per affermare sul campo le proprie idee nel momento in cui “è a rischio la tenuta del patto fondativo della Cgil”, riferendosi con ciò alle divisioni interne emerse in queste ultime settimane sulla contrattazione, soprattutto per i contrasti con la Fiom, il sindacato dei metalmeccanici.
Il segretario uscente della Camera del lavoro ha chiarito inoltre che l’accordo sulla rappresentanza del 10 gennaio è condivisibile, anche se “contiene aspetti critici che possono essere gestiti, ma ritengo non sia anticostituzionale, ed offra grandi opportunità perchè dà titolarità per decidere sui contratti a tutti i lavoratori e non ai soli iscritti”. “Delegittimare il comitato direttivo nazionale della Cgil, come ha fatto la Fiom – ha aggiunto – è sbagliato e mette in discussione l’esistenza del sindacato confederale”.
“Il punto quindi non sono i contenuti – ha concluso Atti – ed io sono preoccupato di quel che può avvenire per la vita della Cgil, che si rischia di consegnare a coloro che in tutti questi anni hanno tentato di isolarci, considerandoci come un ostacolo alle politiche neoliberiste e di austerità a senso unico”.
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