“Se prima certe affermazioni potevano sembrare dovute a “distrazioni” ora ritengo siano volute. Renzi e Alfano dovrebbero intervenire per rispetto delle istituzioni di cui loro fanno parte e che in questo caso si sono già espresse definitivamente”. È il commento che il padre di Federico, Lino Aldrovandi, affida a facebook dopo esser venuto a conoscenza dei contenuti dell’iniziativa #vialamenzogna, presentata a Ferrara dal sindacato di polizia del Sap. Le “istituzioni” che si sono già espresse definitivamente sono i tre tribunali dei tre diversi gradi di giudizio che hanno condannato definitivamente i quattro poliziotti per omicidio colposo.
Sulle dichiarazioni di Gianni Tonelli, presidente nazionale del Sap, nel silenzio generale dei politici interviene Paolo Bernini, deputato del M5S che si era occupato della vicenda Aldrovandi con una interpellanza diretta a chiedere i motivi della semplice sospensione dal servizio per i quattro agenti. Bernini, che tra l’altro era presente anche alla manifestazione #vialadivisa, di dice “sconcertato” dalla notizia del Sap “che vuole ‘far emergere la verità’ accusando i giudici del processo Aldrovandi di essersi fatti condizionare dal clamore mediatico scatenatosi sul processo. Per non parlare della richiesta di arrivare ad una revisione di un processo che, già di per sé è stato (a nostro avviso) clemente nei confronti degli agenti”.
Ora Bernini si dice “ancor più curioso di scoprire le carte delle motivazione delle commissioni disciplinari che hanno giudicato i quattro agenti, per le quali abbiamo fatto una richiesta di accesso agli atti al Ministero dell’Interno”. Infatti le commissioni disciplinari, come definito dalla legge 121/81 all’art.70, punto 7, sono composte in parte dai rappresentanti dei sindacati di Polizia che esprimono quindi un voto/giudizio nell’assegnare la sanzione disciplinare.
“A giudicare dalle iniziative e dichiarazioni che hanno tenuto (e stanno tenendo) i sindacati come il Coisp e il Sap – prosegue il deputato pentastellato – nei confronti di questa vicenda, si può intuire chi abbia avuto un peso, forse anche determinante, nella decisione di procede con la semplice sospensione dal servizio invece che con la destituzione (come ventilato dall’allora ministro Cancellieri). Ora diventa fondamentale per il Governo, affinché sia fatta piena luce su questa vicenda, farci avere quelle motivazioni per sapere il giudizio espresso dai sindacati in sede di commissione (oltre che delle altre componenti che ne hanno preso parte)”.
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