Sport
23 Febbraio 2014
La moglie di Bovolenta presenta il libro sul campione scomparso

Vigor, la forza del cuore

di Redazione | 5 min

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bovodi Eleonora Manfredini

Non piangete per me che mi chiamavo Vigor, Vigor vuol dire forza e io ero forte. Ce ne vuole sapete, per non perdersi mai d’animo. Dentro un palazzetto dello sport pieno di tifosi che non puoi deludere, come per le strade di ogni destino che non puoi evitare’. Vigor Bovolenta non ha potuto evitare il suo destino quel 24 marzo di quasi due anni fa, ma la sua forza e il suo cuore sono stati d’esempio per tanti. La sua forza pare essere la stessa della moglie: Federica Lisi Bovolenta che ieri pomeriggio ha presentato all’Ibs il suo libro: “Noi non ci lasceremo mai. La mia vita con Bovo”.

La Lisi in realtà prende parola per ultima: prima c’è l’abbraccio per lei da parte di Ferrara. “Non ci lasceremo mai” ed infatti Vigor Ferrara non l’ha mai lasciata.

La sala è gremita, tanti sportivi, amici e amanti del volley, presente anche il sindaco Tiziano Tagliani. Non appena Federica prende posto davanti “alla platea” parte sullo schermo alle sue spalle un filmato. Il toccante collage rappresenta i momenti salienti di Bovo a Ferrara: muri, schiacciate, abbracci con i compagni. Il palazzetto gremito in delirio per un primo tempo. Immagini di Bovolenta con la maglia della Nazionale: Italia-Bulgaria 1996 e non solo. La pallavolo che ha emozionato gli estensi quell’anno di massima serie: campionato ‘97/’98 e Vigor con la casacca bianco rossa con il numero 10, a siglare punti su punti sulle alzate di Toffoli. Anche lui non poteva mancare questo pomeriggio in cui ha voluto ricordare l’amico con alcuni aneddoti.

Hanno raggiunto il microfono anche Stefano Margutti, Andrea Gelli e Kristian Lirutti (pronto per giocare stasera con la KA Group e i suoi compagni – anche loro presenti in sala), nonché il coach della Conad ‘97/’98 Daniele Ricci, che ricorda così il talento di Bovolenta: “Non basta essere bravi per essere dei campioni, bisogna avere carisma, personalità. Vigor in campo aveva cuore, aveva qualcosa in più da dare anche agli altri”.

Cuore. Proprio quello che batteva così forte per la pallavolo, proprio quello che lo ha ‘tradito’ e lo ha portato via dal parquet e dalle ginocchiere, lo ha strappato dalla moglie e dai loro cinque figli. Federica Lisi Bovolenta però racconta a tutti i presenti quanto lui in realtà sia presente e quanto lo sarà sempre.

“Ho scritto questo libro per i miei figli. Due di loro si ricorderanno del loro papà, i tre più piccoli no. Volevo solo cinque copie di questo libro, una per ognuno di loro. È successo però che ciò che ho scritto sia stato letto e abbia emozionato. Quanta gente viene da me dicendo che io ho aperto loro il cuore. Io in realtà non ho fatto nulla. Ognuno di noi elabora le emozioni a seconda delle proprie sensazioni ed esperienza personali. Io altro non ho fatto che scrivere di emozioni. Il libro è vita ed emozione, dolore e tragedia. Il messaggio è che la vita è bella e che anche dalla più brutta situazione si possono cogliere aspetti positivi. Io sono una persona fortunata. Ho cinque figli bellissimi e grazie all’affetto di tutti voi riesco a sentire mio marito accanto, anche se fisicamente manca moltissimo.

unnamed2Quella sera del 24 di marzo avrei voluto morire anche io, poi ho pensato ai miei figli e ho pensato che la vita è bella. Lo penso sul serio, mi abbandono al dolore solo quando vado a trovare Vigor, per il resto cerco di continuare a guardare la vita con gioia. Ho voluto scrivere il libro per trasmettere questo messaggio e per esortare tutti a tirare fuori ciò che si ha dentro. Spesso per orgoglio o per proteggerci abbiamo paura di dire ‘mi dispiace’, ‘ti voglio bene’, ‘ti amo’. Non abbiate paura di dire queste frasi, ci sarà un momento in cui non potrete più farlo. Non abbiate paura di vivere”.

In proposito la Lisi legge alcuni passi del libro: ‘Quando mi sono sentito male, accidenti, stavo facendo quello che più mi rendeva felice, giocavo a volley con i miei amici, la vita non è niente senza l’amicizia. Stavo andando in battuta. Toccava a me la battuta dal fondo e quante volte toccherebbe a voi e non lo fate, passate la mano e dite “no, non ci riesco, la rete è troppo lontana”, quante volte non gettate la palla con tutta la forza che avete in corpo al di là di quella rete che vi divide dai vostri sogni? Quante volte ho sentito dire “meglio non amare così non si perde”? Io no. Io amavo e perdevo, ma vincevo anche’.

Vigor ha vinto sul campo ma anche e soprattutto nel cuore del prossimo, in molti lo hanno ricordato oggi come uomo, oltre che come giocatore. A Federica Lisi Bovolenta è stato consegnato da Luciano Bratti, presidente della FIPAV Ferrara da ventotto anni, un fascicolo contenente una rassegna stampa di tutti gli articoli riguardanti Bovo scritti sulla stampa estense; a testimonianza di quanto il nome di Bovolenta non sia rimasto impresso solo nei cuori dei suoi cari e dei suoi tifosi.

“Vigor aveva paura di essere dimenticato. È normale, è una paura che tocca tutti i più grandi campioni. Più vado avanti però e più mi rendo conto che non lo dimenticherà mai nessuno. A volte i miei figli mi chiedono ‘perché è successo? perché proprio a papà?’. La risposta non c’è. Non riesco a rispondere a questa domanda. L’unica cosa che posso fare è prendere Bovo e portarlo in giro con me, anche con questo libro. Proprio come dice quella che era la nostra canzone: ti porto via con me”.

Vigor Bovolenta non voleva essere dimenticato e grazie a questo libro e a tutti coloro che lo ricordano con affetto continuerà ad esserci per Federica, Andrea, Aurora, Angelica, Arianna e Alessandro e per tutti i suoi cari. Continuerà anche ad abbattere i muri – come ha fatto fino all’istante del suo ultimo respiro – con il suo cuore e la sua forza, lui che si chiamava Vigor. Vigor, che vuol dire Forza.

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