Cronaca
17 Febbraio 2014
Tonelli del sindacato Sap lancia la controiniziativa #vialamenzogna

Aldrovandi, “le vittime sono i quattro poliziotti”

di Marco Zavagli | 3 min

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VIA-LA-DIVISA-8Il giorno dopo la manifestazione di Ferrara #vialadivisa, organizzata per chiedere la destituzione dei quattro agenti condannati per l’omicidio colposo di Federico Aldrovandi, il sindacato di polizia del Sap, il più rappresentativo a livello numerico del Corpo, indice la controiniziativa #vialamenzogna.

Ad annunciarlo all’agenzia Adnkronos è il presidente nazionale Gianni Tonelli, che parla di “un accanimento contro gli operatori delle forze di polizia, una pelosa macchina del fango che mistifica la realtà dei fatti trasformando, spesso, i violenti in eroi e i poliziotti in delinquenti”. Ecco allora la contromossa del Sap: “stiamo per lanciare la campagna ‘#vialamenzogna’ assieme ad altre iniziative che renderemo pubbliche nei prossimi giorni”. Questo perché “a fronte delle migliaia di gesti eroici compiuti ogni giorno dai poliziotti sui quali spesso si tace vi sono pochi casi isolati dove la strumentalizzazione ideologica e mediatica prevale sui fatti. Non mi riferisco soltanto alla vicenda Aldrovandi, che pure rappresenta un caso emblematico e nella quale le vere vittime sono i nostri colleghi. Noi siamo e resteremo sempre dalle parte dei poliziotti accusati ingiustamente, anche occupandoci della loro tutela legale. Oggi siamo pronti a lanciare una campagna nazionale che ha come primo obiettivo quello di difendere le donne e gli uomini in divisa”.

L’annuncio della campagna e la difesa dei colleghi “vere vittime” della morte del diciottenne non è il primo intervento diretto di Tonelli nella vicenda Aldrovandi. Già nel febbraio del 2006 in veste di segretario generale del Sap indisse una conferenza stampa per tuonare contro “il processo di piazza” instaurato da “questa società [che] non ci merita e non merita il sacrificio delle vite dei nostri colleghi. L’unico elemento sul quale fino ad oggi si può basare una ipotesi è l’autopsia. E questa dice che la causa della morte non è interconnessa con l’intervento degli agenti”.

Tonelli passò in rassegna la sua ‘lista nera’ di chi avrebbe dovuto sottrarsi a questo “processo di piazza”. “Il sindaco Gaetano Sateriale – spiegò – si abbandonò, difettando di senso istituzionale, a frasi che non avevano ragione di essere [Sateriale chiese all’allora questore Elio Graziano verità sulla morte di Federico, ndr]. Ma una critica forte va anche all’opposizione pavida in consiglio comunale che non ha richiamato il primo cittadino alle elementari regole della civiltà”. Vennero poi il dirigente del Csa di Ferrara, Vincenzo Viglione, e i presidi dei due istituti che ospitarono iniziative in memoria di Aldrovandi, anche loro parte di uno “sciacallaggio con sfumature politiche ideologiche  e culturali”. Per non parlare degli amici di Federico: “Qualcuno vuole lavarsi la coscienza per aver abbandonato e lasciato solo un ragazzo di diciotto anni in preda ai fumi di alcol e sostanze stupefacenti”.

“Se tutto quello che si è detto e scritto ultimamente è vero – aggiunse incautamente – allora facciamo noi la denuncia contro i nostri colleghi. Noi siamo intervenuti per fermare un ragazzo che si stava facendo male”. Perché la dinamica degli eventi per Tonelli era molto chiara: “quella persona, purtroppo, è morta per l’assunzione di eroina, ketamina e alcool accompagnata da uno stato di fortissima debilitazione”.

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