Attualità
7 Febbraio 2014

Guida a Mumbai parte 2

di Luca Bernardini | 9 min

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unnamedRieccoci alla seconda parte della “Guida alla sopravvivenza a Mumbai”. Potete leggere parte precedente cliccando qui.

 

Come muoversi

Allora, siamo rimasti che vi eravate rinfrescati ed è ora di visitare la città. Come mi muovo?

Bus. Se appena arrivati riuscite a capirci qualcosa siete dei globetrotter senza rivali e mi inchino a voi. Accenno solo che vi troverete a salire sul veicolo al volo, a volte schiacciati come sardine. Il prezzo del biglietto è 0,12 euro in media. Ci sono anche bus speciali con aria condizionata (ciò che in Italia chiamiamo semplicemente bus) a prezzo maggiorato. Ma le corse sono limitate e stanno pure tagliando il servizio.

La metropolitana. E’ un po’ come la Salerno Reggio: bella e per sempre incompiuta. Sta per diventare operativo il primo mezzo (mezzo!) tratto. Per una metropoli di 20 e passa milioni di abitanti non è male.

Treno. Va già meglio soprattutto se vi dovete spostare da varie zone della città direzione Nord Sud e viceversa. Eviterete anche il traffico infernale. Se siete un gruppo di sole donne avete pure i vagoni riservati al gentil sesso onde evitare problemi. Sulla sicurezza parleremo più avanti. C’è la possibilità della prima classe, ma nelle ore congestionate la differenza si fa labile e il prezzo è molto più alto. Ricordandosi però che in termini della nostra valuta stiamo sempre a meno di 2 Euro per un biglietto a/r. Evitare le ore più affollate dove vedrete dal vivo le scene apprezzate attraverso film e documentari: gente aggrappata alle porte del treno e, raramente, sul tetto. Altro che sciopero della metro a Londra: ogni giorno la rete ferroviaria urbana movimenta qualcosa come otto milioni di persone. Prendete il treno dopo le 10.00 di mattina e prima delle 18.00.

unnamedTaxi. Dal caratteristico colore giallo e nero, alcuni sono ancora Fiat di un modello Dopoguerra di cui non so il nome. Non ci capisco niente di macchine, ma quelle mi piacciono un sacco (foto). Comunque, il mezzo migliore per un turista che cerca un po’ di comodità. In genere sono tutti onesti, verificate solo che quando salite attivino il tassametro (nelle altre città indiane non sempre viene usato e allora son dolori). Le tariffe non hanno nulla a che fare con l’Italia. Il prezzo parte da 19 rupie (0,22 Euro) e se anche rimanete un’ora in macchina non pagherete più di 3 Euro. Sono facili da trovare semplicemente fermandoli con un cenno per strada. Ci sono anche taxi con aria condizionata riconoscibili perché blu. La tariffa è maggiore ed è più difficile trovarli per strada. Si riuniscono di solito alle stazioni dei treni o in determinati punti di ritrovo. Se avete bisogno di un’auto per più spostamenti durante la giornata, potete noleggiare un taxi da diverse compagnie e spenderete circa 2000 Rupie (23 Euro).

Alternativa al taxi, ma solo per l’area Nord di Mumbai (parleremo anche delle varie zone) sono i cosiddetti rickshaw, tipo i tuk tuk di Bangkok, specie di Apecar. Sono onnipresenti e molto economici. Massimo tre passeggeri.

Avvertenza se usate taxi e rickshaw. Per raggiungere una destinazione, se non è un monumento o hotel conosciutissimo, non è sufficiente dare l’indirizzo. Prima di tutto dovete dire il quartiere. E’ comune che il guidatore si rifiuti di farvi salire semplicemente perché non vuole andare da quella parte. Poi dovete dare punti di riferimento come templi, chiese, moschee, stazioni dei treni o polizia, centri commerciali, cinema ecc. Altrimenti il guidatore continuerà a fermarsi a chiedere ai passanti e il vostro spostamento potrebbe diventare un’avventura senza fine. Ciliegina sulla torta, molti taxisti non parlano inglese.

Ricordo che una guida diceva che è indispensabile il gps o lo smartphone con l’app apposita. Grazie tante, ma voi non avrete né l’uno, né l’altro. La vostra Sim italiana funzionerà solo per mandare e ricevere messaggi (Sms), forse e non tutti per ricevere chiamate, niente telefonate in uscita. Figuriamoci il vostro pacchetto internet, che comunque lavorerebbe in roaming prosciugandovi il credito prima che Google Map carichi l’itinerario… Se avete intenzione di rimanere nel paese per un tempo prolungato, fatevi una Sim indiana, se ci state per due settimana forse non ne vale la pena.

Sottocapitolo al come muoversi

unnamedCamminare.  La prima sfida che mi sono trovato ad affrontate a Mumbai è stata attraversare la strada. Il pedone non ha nessuna dignità, quindi la vostra è una lotta per la sopravvivenza. Le strisce pedonali non contano e i semafori ancora meno. Ah, dimenticavo, si guida dal lato sinistro della strada, ma tanto la confusione e il traffico sarà tale che dovrete guardare a destra, sinistra, davanti e dietro per passare indenni. In India più che guidare ci si schiva (purtroppo non sempre).

“Sono dieci minuti a piedi”, vi possono aver detto. Ecco, non è così. Dovete cambiare l’unità di misura perché 10 minuti di camminata a Bombay equivalgono ad almeno il doppio in una città europea. Mi spiego. Il caldo, l’umidità, lo smog, il traffico, la confusione, il rumore assordante dei clacson vi stancheranno molto prima del normale. In più i marciapiedi sono una corsa ad ostacoli piena di buche. I tombini sembrano ricoperti da massicce lastre di cemento, ma non fidatevi, potrebbero sbriciolarsi sotto i vostri piedi e poi ci vorrebbe uno speleologo per tirarvi su. Nella città non ci sono cestini, per motivi igienici (epidemie e ratti) e antiterrorismo (bombe). Così cartacce e tutto il resto vengono tranquillamente gettati per terra, figurarsi la raccolta degli escrementi degli animali. Ci sono inoltre molti cani randagi, dunque vi troverete in un campo minato, e gran finale, l’India è famosa per aver come animali di strada anche le mucche quindi… Ecco, ci siamo capiti. Ascoltate il consiglio spassionato: camminate guardando sempre per terra e con la vista periferica attorno a voi. Se volete ammirare il panorama fermatevi in un angolo, ma non camminate con il naso all’insù, potrete trovarvelo improvvisamente all’ingiù.

Sembra superfluo dire che per chi ha disabilità e difficoltà motorie il tutto sarà molto difficile e le barriere architettoniche sono innumerevoli.

Salute

unnamedCome intro vi riporto un dialogo tra il sottoscritto appena trasferitosi e la suocera.

Io: “Quale è il numero della polizia per le emergenze?”
Suocera: “100, ma non sai mai se arrivano”
Io: “E quello per l’ambulanza?”
S: “Quello non te lo do neanche perché tanto non serve”
Io: “Quindi?”
S: “Quindi se hai emergenza di andare all’ospedale devi chiedere che ti porti tua cognata, che è l’unica che ha la patente. Però non ha la macchina, che la deve chiedere al vicino, che però non la presta spesso… Insomma, stai sano che è meglio…”

Questo scambio di battute di primo acchito (si scrive così, anche se molti lo pronunciamo con due t, un po’ alla sarda) può sembrare agghiacciante, ma suggerisce un paio di cose utili.

A parte l’augurio di buona salute che mando a tutti, le cure ospedaliere in India si pagano in toto. Non esiste sistema sanitario pubblico, cioè esiste ma non lo definirei sanitario, e dopotutto siete fuori Ue. Io non vado in vacanza pensando che mi spaccherei una gamba, ma se la cosa vi fa sentire più tranquilli, fatevi un’assicurazione. Qualora paghiate, e c’è da dire che i prezzi sono contenuti a meno che non necessitiate di interventi complessi, gli standard medici e ospedalieri sono più o meno di livello europeo.

Per malattie endemiche e rischi vi rimando al post precedente qui.

Sicurezza

Bombay ha tutte le problematiche di sicurezza di una megalopoli la cui popolazione è praticamente come il tutto il Nord Italia. Oltre a questo, dobbiamo aggiungere le caratteristiche delle città indiane: scarsa illuminazione, forze dell’ordine poco presenti dove serve e a portata di mano quando inutili, soprattutto nello scortare il politico di turno. Eh ragazzi, tutto il mondo è paese. Gli slum sono una realtà inscindibile dal tessuto urbano, tanto che tra il 40 e il 65% della popolazione ”mumbaiana” vive in quelle zone. Evitatele assolutamente di notte e nessun problema di giorno. Personalmente non ho mai assistito a scippi, rapine, fatti criminosi di rilevanza. State attenti nelle zone affollate (cioè dappertutto: la densità sfiora i 40 000 abitanti per Km quadrato, area più densamente popolata del pianeta), non lasciate nulla di valore in giro neanche per un secondo. Sinceramente mi son sentito più sicuro a Mumbai che alla Gare du Nord a Parigi dove in 10 minuti ho visto 3 tentativi di “alleggerire” i turisti da parte di bambini sotto i 12 anni.

E ora, facciamo un bel respiro per ossigenare i neuroni. La sicurezza per le donne: stupri e affini. E’ un problema, si. E’ un problema da rinunciare alla vostra vacanza a Bombay, no. La città è molto più sicura di Delhi per esempio, dove gli stupri sono il doppio. Si può girare con una relativa tranquillità anche di notte, ma non in posti isolati (quelli evitateli anche di giorno). La città non dorme mai, troverete gente sempre, quasi dappertutto. Se poi però entrate da sole con una minigonna inguinale alle 2 di notte nel dedalo di uno slum, e vabbè…

unnamedLe autorità sono molto sensibili su questi fatti, soprattutto nei confronti degli stranieri: c’è qualcuno che si è beccato anni di galera per una mano morta a una turista.

Se siete un gruppo di ragazze, fate gruppo appunto. I “locali” vi guarderanno come un bel pezzo di carne (non si fanno remore e fissare la gente, ammetto sia fastidioso), ma sono per lo più innocui. Se siete sfrontate addirittura appariranno intimoriti.

Non credo sia qui il luogo di aprire nuovamente la polemica delle violenze sessuali. Questa è una specie di “bugiardino” per visitare la città. Poi fate come credete, avete il sacrosanto diritto di esprimere opinioni nei commenti.

Mumbai o Bombay

Rileggendo questo post mi sono reso conto, primo, che è diventato troppo lungo quindi rimando a una terza parte gli argomenti lasciati in sospeso che poi ricapitolo.

Secondo, che ho adoperato a volte Mumbai e a volte Bombay. Stavo per uniformare il tutto in un modo o nell’altro, poi ho pensato che fosse un’occasione per accennare, per chi non lo sa già, alla faccenda del doppio nome della città.

Allora, Bombay (pronuncia bombei) è il nome diciamo così “storico”, ma non più ufficiale. Esso deriva dalla dominazione portoghese del XVI sec. e poi riadattata all’inglese che significa “bella baia”, più o meno.

Poi a metà anni Novanta della nostra era quei mattacchioni dei nazionalisti hanno fatto pressione affinché tutti i centri urbani più importanti cambiassero il nome affidato in era coloniale con quello precoloniale o almeno più consono alla lingua locale. Generando una confusione tremenda a un popolo che già non brilla per chiarezza di idee, casi da psicodramma per i redattori di cartine e mappe ed esempi particolari come la povera Trivandrum (si pronuncia proprio così) che si è ritrovata Thiruvananthapuram (pronuncia tiruva… sì ciao).

Da allora Bombay è diventata Mumbai (pronuncia così com’è).  E così ci si trova che per esempio all’aeroporto a volte gli annunci pronuncino “mumbei” mescolando entrambe, oppure per strada la gente dire “bombai” rimescolando gli ingredienti.

Ricapitoliamo

Parte prima della “Guida alla sopravvivenza a Mumbai” che trovate qui: quando, documenti, accorgimenti sanitari, aeroporto, usciti dall’aeroporto.

Prossima parte: come e dove alloggiare, come e dove mangiare, cosa e come visitare.

Foto: http://instagram.com/bernardhindi

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