Cronaca
2 Febbraio 2014
Il 15 febbraio la manifestazione partirà da via Ippodromo al grido “Via la divisa”

Aldrovandi, corteo nazionale contro il reintegro degli agenti

di Marco Zavagli | 3 min

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La manifestazione del 23 settembre 2006

La manifestazione del 23 settembre 2006

Una seconda manifestazione in nome di Federico Aldrovandi. Dopo quella del 23 settembre 2006 che portò a Ferrara ottomila persone da ogni parte d’Italia per chiedere un processo contro i quattro poliziotti responsabili della sua morte, ora l’associazione che porta il nome del diciottenne morto il 25 settembre del 2005 ne indice un’altra. Questa volta per chiedere che i quattro agenti, condannati in via definitiva per omicidio colposo, vengano destituiti dal Corpo di Polizia.

Si chiama infatti “Via la divisa” l’iniziativa organizzata per sabato 15 febbraio che porta come manifesto le parole di Stefano, il fratello minore di Federico. “Fin da bambino e da adolescente la violenza fisica mi ha sempre turbato – queste le parole del giovane riportate dall’Associazione “Federico Aldrovandi” – ; addirittura con una scena forte ma di finzione nei film alla tv, capitava che cambiassi canale. Provavo un senso di fastidio sapendo che erano cose che potevano succedere davvero. Non riuscivo a concepire il perché una persona arrivasse ad usare le sue mani, i suoi piedi, la sua ferocia per fare del male a un altro essere vivente. Mi dicevo: “che senso ha?”. Oggi io penso che chi usa la forza in maniera consapevole e provocando dolore senza pentirsene è una persona deviata e non si merita comprensione da nessuno. Mio fratello è morto a pugni, calci e manganellate per mano di 4 violenti in divisa non pentiti. Tali responsabili riprendono il loro lavoro dopo una condanna di omicidio. La domanda è sempre la stessa: che senso ha?”.

“Con questo spirito torniamo in piazza – afferma l’associazione – per chiedere la destituzione dei 4 poliziotti condannati (per omicidio colposo) per la morte di Federico Aldrovandi; per chiedere la democratizzazione delle forze dell’ordine; per chiedere l’introduzione del numero identificativo per gli appartenenti alle forze dell’ordine; per chiedere l’introduzione del reato di tortura”.

Il corteo si concentrerà alle ore 14 in via Ippodromo, dove è morto il ragazzo, per partire alle 15 verso il centro. Dopo aver percorso via Bologna, via Kennedy, piazza Travaglio, porta Reno, corso Martiri della Libertà e largo Castello, i manifestanti si fermeranno davanti alla sede della prefettura in corso Ercole I d’Este. Qui una delegazione chiederà di essere ricevuta dal prefetto Tortora.

Difficile però andare oltre il livello simbolico della manifestazione, dal momento che le commissioni disciplinari si sono già pronunciate per la sospensione dal servizio per sei mesi e ora gli agenti sono già rientrati in servizio (due di loro, per gli altri è questione di breve tempo). “È vero – ammette Elisa Corridoni, una degli organizzatori -; l’iniziativa andava fatta sei mesi fa, ma l’idea è di tornare allo spirito del grande corteo del 2006, per non far calare l’attenzione su questa vicenda e le conseguenze che ha portato con sé”. Arduo sarà anche riportare a Ferrara ottomila persone. “Abbiamo solo 15 giorni di tempo – ribatte Corridoni – e il clima, non solo meteorologico, di allora era diverso. Ma mai dire mai”.

Nei prossimi giorni saranno valutate le modalità della manifestazione, tra cui quella di consentire o meno bandiere o simboli politici.

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