Dopo il Sant’Anna, ora tocca all’Ausl di Ferrara. Il tradizionale premio di fine anno arriva puntuale con lo scoccare del 2014 per il direttore generale Paolo Saltari, il direttore sanitario Maurizio Marabini e il direttore amministrativo Paola Bardasi.
Con la delibera numero 11 del 17 gennaio 2014 i vertici di Via Cassoli festeggiano il nuovo anno con emolumenti da oltre 30mila euro. Per l’esattezza a Saltari, che percepisce dall’azienda sanitaria uno stipendio annuale da 157.535,10 euro, vanno altri 22.915,19. Ai due direttori 21.567,23 a testa che si aggiungono ai 121.163,98 di Marabini e ai 121.018,06 di Bardasi.
Ai componenti del collegio sindacale la medesima delibera assegna 3.235,08 euro al presidente Enrico Salmi, e 2.695,90 a Paolo Mezzogori e Stefano Zanardi.
Tornando ai direttori, già rispetto all’anno prima lo stipendio dei tre era stato ritoccato al rialzo. Nel 2011 Saltari percepì 146.783,86. Nel 2012 aveva già guadagnato 11mila euro in più. Marabini aveva incrementato il suo stipendio vedendosi riconoscere circa 13mila euro in più rispetto ai 108.487,11 dell’anno precedente. La Bardasi ricevette solo 88.663,37 euro, dal momento che il suo incarico decorreva dal primo aprile.
Tanta liberalità è dovuta alla delibera della giunta regionale (n. 2031 del 23 dicembre 2013), che riconosce “l’ottima capacità nel governo economico-finanziario dell’Azienda, in una situazione fortemente improntata alla gestione dell’emergenza, rispettando il vincolo di bilancio assegnato dalla Regione. Le emergenze si riferiscono alla fase post-terremoto e al coinvolgimento nell’avvio del nuovo ospedale di Cona.
Le pacche sulle spalle della giunta Errani proseguono in riferimento alle gare per l’acquisto di beni e servizi, all’armonizzazione dei sistemi contabili, al percorso di certificabilità (sic) dei bilanci, al controllo della spesa del personale (che ha prodotto “una performance migliore di quella programmata”), la capacità di pianificazione in merito alle risorse umane. Vengono poi riconosciuti “il grande impegno” nel governo per il Fondo regionale per la non autosufficienza, nella presa in carico delle persone vittime di maltrattamento e abuso, nel consolidare i processi di cure palliative e di terapia del dolore.
La giunte di Via Aldo Moro segnala poi i “risultati positivi” nelle attività della “rete delle malattie rare”. con un unico neo: “l’Azienda si è dimostrata poco incisiva relativamente a: rete delle farmacie oncologiche e governo dei dispositivi medici”. Qui sussistono ancora “ampi margini di miglioramento”.
Ma la perla deve ancora arrivare. La delibera prende atto della “particolare, difficile contingenza internazionale e nazionale che ha caratterizzato, nel corso degli ultimi anni, le condizioni economico-finanziarie dell’Italia e della Regione Emilia-Romagna, incidendo significativamente sui principali indicatori di benessere della popolazione e di una redditività del sistema produttivo”. E alla luce di questo decide di “applicare una riduzione del 15% dell’importo da corrispondere”.
In sostanza, la crisi ha messo in ginocchio l’intera regione. I dirigenti Ausl, ai quali è già stato aumentato significativamente lo stipendio nell’ultimo anno, dovranno rinunciare al 15% dell’ulteriore premio. Anche i ricchi piangono.
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