Cronaca
15 Gennaio 2014
Freddo e amianto fanno cadere l'amministratrice nonostante il voto a favore del sindaco Tagliani

Tensione in assemblea al Grattacielo

di Ruggero Veronese | 4 min

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admin-ajaxÈ un’assemblea parecchio movimentata quella che vede i condomini del Grattacielo confrontarsi per la nomina del nuovo amministratore di condominio. E che finisce in una situazione di stallo che renderà necessario l’intervento del tribunale per stabilire chi dovrà ricoprire l’incarico.

La scoperta da parte di carabinieri e Asl di un deposito di amianto nel vano caldaie, durante i lavori per la sostituzione dell’impianto di riscaldamento, sembra infatti aver creato una profonda spaccatura tra i condomini del più popoloso palazzo di Ferrara: da un lato i sostenitori del comitato che nell’ottobre scorso richiese i controlli sanitari, dall’altro chi appoggia il lavoro dell’amministratrice e vede proprio in questa azione la causa del ritardo nei lavori. Il tutto mentre rimangono spente le caldaie degli abitanti degli appartamenti, costretti tuttora a scaldare le proprie case con stufette elettriche o altri mezzi di fortuna.

Una spaccatura che, ben presto, si è tradotta in un referendum pro o contro Tiziana Davì, fino a ieri amministratrice a pieno titolo del condominio. Fino a ieri. Perchè l’opposizione nata attorno alla ragioniera ferrarese, nonostante il supporto del sindaco Tiziano Tagliani – presente tra i votanti – e del Comune di Ferrara, è stata tale da impedire qualsiasi nomina o riconferma. Rendendo inefficace un’assemblea malcontenta e che ha fatto mancare il quorum necessario per legittimare la votazione.

Quarantasette millesimi. È questa la quota che manca alla Davì per riconfermare il proprio ruolo. Ma le voci che si sollevano durante l’assemblea raccontano di un malessere diffuso, soprattutto tra i i proprietari e gli inquilini dei singoli immobili. Che, in seguito allo stop dei lavori per gli impianti di riscaldamento, lamentano la “mancanza di trasparenza” da parte dell’amministratrice, che non ha ancora fornito il progetto dei lavori per gli impianti ai condomini e che ha già ricevuto due sanzioni da parte del Servizio Sanitario Regionale (per non aver verificato l’idoneità delle imprese per interventi in presenza di amianto e per non aver designato un coordinatore per l’esecuzione dei lavori). Ma le voci contrarie alla Davì puntano anche su argomenti economici per appoggiare le candidature di altri due possibili amministratori, che presentano richieste da circa 14 mila e 22 mila euro all’anno per il servizio (esclusi lavori straordinari) contro i circa 28 mila proposti dalla precedente gestione.

unnamed“Dobbiamo capire se l’amministratrice è affidabile o meno, e votare in base al nostro responso”. È questo uno degli appelli che si alza sopra al caos di voci che domina l’assemblea. Tra chi spinge per una nuova nomina c’è chi lamenta “l’irreperibilità dell’amministratrice” e la mancanza di provvedimenti per problemi domestici noti da tempo. Ma si sentono soprattutto le voci di chi denuncia la carenza di informazioni sul progetto per il nuovo impianto di riscaldamento e sui motivi dello stop ai lavori in corso d’opera, notificato dall’amministrazione attraverso un avviso in bacheca – in cui non si faceva menzione del problema amianto – e che vede le imprese appaltatrici ancora impegnate nel proporre un piano di sicurezza e coordinamento dei lavori che possa ottenere il benestare del Servizio Sanitario Regionale. Piani e progetti che causeranno anche un innalzamento per i condomini del costo complessivo dell’intervento.

Sul fronte opposto chi appoggia la rinomina della Davì. Tra questi il sindaco Tagliani, che alza la mano per contribuire con le quote in capo al Comune di Ferrara alla ricandidatura dell’amministratrice. Un gesto che gli costerà non poche polemiche da parte di alcuni condomini in sala. “So che alcune lamentele sono fondate – ci spiega Tagliani – e che sono già venute fuori irregolarità amministrative, ma ritengo che cambiare amministrazione ora sia la pietra tombale sopra al processo di riqualificazione di questo palazzo. Il mio voto viene da una valutazione complessiva: ci sono questioni tecniche che hanno bloccato i lavori, ma nominare un nuovo amministratore determinerebbe ulteriori ritardi per gli impianti di riscaldamento, che in questo momento è l’aspetto più urgente”. Il sindaco afferma di essere venuto “anche per dare un segnale della presenza dell’amministrazione” e che “riguardo alla trasparenza, posso solo dire che tutta la documentazione che abbiamo richiesto ci è sempre stata fornita. Bisogna concludere rapidamente una situazione ormai sull’orlo del baratro”.

Questioni che portano il sindaco, mentre esce dalla sala, allo scontro con alcuni condomini che lo accusano di “non rappresentare gli abitanti del Grattacielo” e di “aver sostenuto un’amministrazione già sanzionata”. “Rispondo alla mia coscienza e al corpo elettorale”, replica Tagliani, ma non basta a placare le critiche. Il sindaco fornisce il proprio numero di telefono al gruppo che lo chiama in causa, impegnandosi per un futuro incontro, per poi chiudere definitivamente, almeno per la serata, la questione:”Se credete che abbia fatto qualcosa di irregolare potete andare subito a fare un esposto. La procura è ancora aperta”.

Un voto “pesante”, almeno in quanto a millesimi, quello del sindaco. Ma che non basta alla Davì per convincere la maggioranza dell’assemblea a riconfermarla. “Faccio appello, per una continuità della gestione – afferma al termine della votazione -, a qualcuno che voglia modificare il proprio voto per colmare quei 47 millesimi”. Ma l’appello cade nel vuoto: sarà il tribunale a decidere chi dovrà ricoprire il ruolo. E c’è da scommettere che, prima di allora, la bagarre sull’amianto e sulla gestione dei lavori da parte delle imprese riserverà nuove sorprese.

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