“Buon Natale mio piccolo Federico e che il cielo protegga altri figli”. È l’augurio che un padre fa al suo secondogenito e ai figli altrui, non potendoli più fare a chi, a 18 anni, è morto senza un perché.
Lino Aldrovandi torna a scrivere sul blog di Patrizia Moretti in occasione di questo Natale, per immaginare di scrivere a Federico e dirgli che “il giorno che venisti al mondo fu il più bello della mia vita e vorrei tanto tenerti ancora in braccio, perché non ci si può abituare all’orrore della morte, all’orrore dell’uccisione di un figlio”.
Sono passati ormai più di otto anni (la morte del ragazzo risale al 25 settembre 2005) “da quando quattro individui con una divisa addosso ti uccisero senza una ragione” e ora “non mi è rimasto altro che raccontare quanto meraviglioso voglia dire essere stato tuo papà, nella gioia, nell’amore e maledettamente nel dolore insopportabile di non poterti mai più avere accanto”.
Ma Lino Aldrovandi sa che in questi anni non è stato l’unico a piangere ingiustamente un proprio caro e pensa a “tanti altri padri, madri, sorelle, fratelli, figli e figlie di altre vittime che potrebbero dire la stessa cosa, testimoni in prima persona di tempi, da troppo, mai così bui e pieni di ingiustizie e impunità”.
“I figli sono il nostro futuro – conclude il genitore -. Aiutiamoli a crescere e non ad essere ammazzati. Aiutiamoli tutti insieme, istituzioni comprese, non solo a parole e a buffetti sulle spalle, ma anche e soprattutto con fatti concreti, ognuno nel suo ambito, senza attendere tempo. Lo dobbiamo a questi piccolini che un giorno dovranno incamminarsi nel difficile percorso della vita, ma a quel punto, all’inizio di quel percorso, in una società che spero sia migliore di questa, avranno una speranza, di non essere soli”.
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Da 18 anni
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