Le inviava lettere in cui le augurava che suo figlio le morisse davanti agli occhi di cancro. La pedinava in auto fin sotto casa. Oppure le telefonava (anche 159 volte in un giorno) lasciando in sottofondo colonne sonore di film di Dario Argento, oppure campane a morto.
Ma quando minacciava e perseguitava la sua vittima era sì capace di intendere e volere, ma non era in grado di autodeterminarsi. Vale a dire che non poteva evitare a se stesso quei comportamenti. Grazie all’ultima perizia disposta dal tribunale, quella affidata al dottor Mario Tantalo di Padova, L.L. 43enne ferrarese, è stato assolto dal reato di stalking perché non imputabile, ma è stato comunque ritenuto socialmente pericoloso e per questo dovrà scontare due anni in una struttura protetta.
L’uomo venne arrestato nel 2010 (poi liberato per decorrenza dei termini) per le continue persecuzioni all’ex collega, una donna ferrarese di 48 anni. L’imputato era già stato colpito un paio di settimane prima dagli arresti domiciliari per stalking nei confronti della donna ed era già destinatario di un ammonimento da parte del questore emesso nel settembre 2009. oltre ad essere stato colpito dalla misura del divieto di avvicinamento dei luoghi frequentati dalla parte offesa. Divieto che l’uomo ha puntualmente violato.
Tutto ebbe inizio nel giugno 2009, quando L.L. viene rimosso dall’incarico che occupava all’interno dell’Atc, associazione traumi cranici di Ferrara. Al suo posto viene messa la signora. Che da quel momento sarebbe divenuta il suo bersaglio, la “colpevole” della sua rimozione.
Da lì iniziò la persecuzione, protrattasi dal luglio 2009 al luglio 2010 e che ha portato in tribunale lo stalker, difeso dall’avvocato Dario Bolognesi. Il pm Stefano Antinori, al termine della requisitoria, ha chiesto il non luogo a procedere per parziale incapacità e il ricovero in un opg per due anni, oltre a una provvisionale di 10mila euro nei confronti della parte civile (assistita dall’avvocato Sergio Pelizzola).
“Siamo molto soddisfatti – commenta l’avvocato Pellizzola – per l’esito del processo, e la mia assistita sente finalmente di essersi levata un grosso peso che incombeva sulla pace della sua quotidianità”.
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