Otto anni per aver accoltellato il padre. Non ha fatto sconti il gup Piera Tassoni nella sentenza che doveva decidere il destino di Massimiliano Liboni, il 46enne che la notte del 15 novembre del 2012 accoltellò il padre nel sonno dopo essere rientrato a casa, ferendolo gravemente all’addome.
Il padre, 77 anni, venne ricoverato in ospedale per essere operato d’urgenza. Se la caverà dopo un lungo ricovero. Mentre il genitore era sotto i ferri il figlio venne arrestato dai carabinieri, chiamati dalla madre. Giunti in via Franchi Bononi 27 a Ferrara e saliti nell’appartamento al quarto piano, trovarono Massimiiliano in stato confusionale. L’uomo, che soffriva da tempo di problemi psichiatrici ed era seguito da specialisti. assumeva farmaci per contenere i suoi disturbi, ma quella volta qualcosa scatenò la sua follia omicida verso l’anziano padre. Dopo essere rientrato in casa afferrò un coltello di oltre 30 centimetri dalla cucina e si precipitò verso la camera da letto dove stava dormendo il genitore. Sferrò un primo fendente all’addome, profondo ma fortunatamente non mortale, che svegliò immediatamente il 77enne il quale, istintivamente, cercò di parare i colpi successivi. Altri tre fendenti ferirono Bruno Liboni alla spalla e alle mani.
Massimiliano venne arrestato per tentato omicidio, una ipotesi di reato che la difesa, sostenuta dall’avvocato David Zanforlini, aveva cercato di far derubricare in lesioni gravi. Ma ieri, al termine del rito abbreviato, il giudice ha tenuto conto delle conclusioni del perito del tribunale che, a livello psichiatrico ha riconosciuto solo una scemata capacità di intendere e volere al momento dell’atto e non l’incapacità totale. E così, nonostante la richiesta “bassa” di 5 anni di pena formulata dal pm Filippo DI Benedetto, il giudice ha comminato 8 anni di reclusione.
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