Editoriali
11 Ottobre 2013
Le rsa dei sindacati decidono di boicottare Estense.com

Carife, non potremo più informarvi

di Marco Zavagli | 2 min

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estense6bCellulari muti, mail non pervenute, anche una prece: “non chiamatemi più”. Sono le risposte arrivate nelle ultime settimane alla nostra redazione da parte delle rsa di Carife. Le rappresentanze sindacali aziendali della cassa di Risparmio di Ferrara hanno deciso, consapevolmente, di non farci avere informazioni sulla trattativa in corso con l’amministrazione straordinaria.

Non è uno scherzo. Non è nemmeno una affermazione che tema smentite. Lo ha detto chiaro e tondo uno di questi sindacalisti, termine che significa rappresentante dei lavoratori. Luca Dal Prato, della Cisl, solo dopo nostre continue telefonate e richieste di spiegazioni durate, come detto sopra, un paio di settimane, si è “sbottonato”. Per spiegare che “le rsa (che vedono al loro interno rappresentanti di Dircredito, Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca-Uil, Ugl-Credito) all’unanimità hanno deciso di non inviare comunicati stampa né dare comunicazioni relative alla trattativa in corso”. Una trattativa che riguarda più di mille dipendenti. Con alle spalle altrettante famiglie. Il motivo? Paura dei commenti della gente. Quindi paura dei giudizi sul loro operato.

Al sindacalista, che – vale la pena ribadirlo – è una persona delegata a rappresentare i lavoratori, abbiamo chiesto di indicarci i nomi di chi a detta sua avrebbe preso questa decisione e, soprattutto, come rientra nei doveri delle rsa, se la stessa è stata condivisa e comunicata ai lavoratori. Stiamo ancora attendendo risposta.

Non spendiamo altre parole per spiegare a Luca Dal Prato e a Enrico Brandani, ora delegato Ugl, quello del “non chiamatemi più”, che quanto arriva alla nostra redazione viene letto da ventimila persone, molte delle quali interessate personalmente a quelle informazioni. Informazioni per loro vitali. No, a loro no serve spiegarlo.

Basta salire di un gradino e chiedere al segretario generale del Cisl di Ferrara cosa ne pensa. “Sono motivazioni assurde – ci confida un costernato Paolo Baiamonte -, l’ho detto anche a loro”. Ma, ripetiamo, a loro non serve dire nulla.

A queste persone non serve far notare che stanno violando il secondo comma dell’art. 21 della Costituzione. A queste persone non serve far notare che il ricorso al boicottaggio dell’informazione di singole redazioni offende il principio deontologico del libero accesso a tutte le fonti.

Ad altri servirebbe come esempio Bruno Buozzi, sindacalista nato a Pontelagoscuro che durante la Seconda Guerra Mondiale fece della scarcerazione dei detenuti politici e della libertà di stampa i suoi vessilli. I suoi ideali democratici gli valsero la fucilazione da parte dei tedeschi.

No, non serve. Forse altri tempi, forse altri uomini. Sicuramente altri sindacalisti.

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