
Il momento della lettura della sentenza
Copparo. Assolti per non aver commesso il fatto. Non ci fu turbativa d’asta tra Area e cooperativa Brodolini secondo il tribunale di Ferrara, che ha assolto con formula piena tutti gli imputati. Alla sbarra, imputati a vario titolo per turbativa d’asta e rivelazione di atti di ufficio, c’erano Arrigo Bellinazzo, ex direttore generale di Area, Adelio Peroni e Giovanni Alberi, della cooperativa Brodolini. Per quest’ultimo il collegio ha riconosciuto il reato della rilevazione di atti d’ufficio, condannandolo a sei mesi con sospensione della pena.
Cade però l’accusa più pesante della procura, che puntava il dito su tre gare d’appalto del 2008 per la gestione dei rifiuti nel Comacchiese e in altri Comuni che la Coop Brodolini – secondo gli inquirenti – doveva assolutamente vincere.
L’inchiesta, che ha visto in fase di indagini preliminari l’archiviazione per Vittorio Volpi e Raffaele Alessandri, ex presidente il primo e attuale direttore generale di Area il secondo, parlava di un “affare” da 45 milioni di euro aggiudicato alla cooperativa Brodolini di Volania di Comacchio.
Decisiva probabilmente per il convincimento dei giudici è stata la consulenza della difesa, illustrata da Jacopo Bercelli nel corso della passata udienza. Secondo l’esperto non ci fu alcuna turbativa d’asta nelle tre gare. E questo in base a un’analisi delle dinamiche – soprattutto le più informali – che stanno alla base degli appalti pubblici.
Una consulenza che invece non aveva convinto il pm Nicola Proto, che aveva chiesto un anno e otto mesi per tutti gli imputati. In attesa delle motivazioni della sentenza, che verranno depositate entro 30 giorni, l’aula B del tribunale si è riempita della soddisfazione dei neoassolti, quasi “increduli, dopo 4 anni passati con questa accusa infamante sulla testa che non ci ha fatto dormire la notte”. “Siamo più che soddisfatti – commenta l’avvocato Marco Faveri, legale di Peroni -, è un riconoscimento dell’onestà del comportamento del mio assistito”. “La soddisfazione è proporzionale alla gravità dell’accusa che ci era stata mossa – aggiunge l’avvocato Alessandro Pierotti, che assieme al collega Alberto Bova difendeva Alberi -. Abbiamo dimostrato che non abbiamo viziato un bel nulla; ora aspettiamo le motivazioni per appellare la parte che riguarda la violazione di atti d’ufficio”.