Mafia nigeriana. Ultimo atto in Cassazione
Si avvicina l'ultimo atto della vicenda processuale nata dalla maxi-inchiesta sulla mafia nigeriana a Ferrara
Si avvicina l'ultimo atto della vicenda processuale nata dalla maxi-inchiesta sulla mafia nigeriana a Ferrara
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dell'Ausl di Ferrara, condannandola a pagare 366.890 euro come risarcimento dei danni nei confronti dei famigliari di Cristiano Turati, il 46enne morto - il 20 ottobre 2016 - dopo il ricovero all'ospedale del Delta di Lagosanto
Continua a crescere la cassa integrazione in Emilia Romagna (+31% rispetto al 2024, +113% rispetto al 2023) con il primo trimestre del 2025 che ha fatto segnare il picco di 19 milioni di ore
La Comune di Ferrara sostiene Cittadini del mondo e parteciperà all’assemblea del 7 maggio alle 18 ricordando che già dal 1993 "la città è diventata più internazionale e colorata"
I dati a fine 2024 appena pubblicati dalla Banca d’Italia e ripresi dall’Ufficio Studi Fisac Cgil fotografano una situazione preoccupante per il sistema del credito nella provincia di Ferrara
Armando Zingales
“La vicenda degli esuberi alla Basell di Ferrara è la classica punta dell’iceberg. Una vicenda emblematica di scelte economiche miopi e inaccettabili. Oltre a mettere in discussione il futuro della chimica italiana, vista anche la vicenda del polo di Terni, si tratta di un esempio di politica economica del “pochi, maledetti e subito” che ignora qualsiasi strategia industriale a medio termine focalizzata sulla creazione del valore attraverso il sostegno delle eccellenze e dei saperi”.
Così il presidente del Consiglio Nazionale di Chimici, Armando Zingales, interviene sulla crisi alla Basell che vede la proprietà puntare sulla drastica riduzione degli organici, colpendo una eccellenza del nostro sistema produttivo. Un richiamo non nuovo per i chimici italiani, visto che già in passato hanno denunciato le storture di una finanza che snobba completamente una visione strategica dell’economia globale. “Abbiamo denunciato e stigmatizzato più volte queste scelte miopi. I finanzieri globali hanno deciso di puntare pesantemente sul petrolio da scisti bituminosi dell’Alaska, con progetti a brevissimo termine, dismettendo e snobbando la ricerca e gli investimenti industriali in progetti a medio termine per sostituire le materie prime fossili con fonti rinnovabili, e rendere sempre più “verde” la filiera. Evidentemente interessa solo il qui ed ora per il massimo ritorno economico nel minimo tempo possibile senza curarsi del domani”. Invece per Zingales “ è necessario cambiare radicalmente il modo di ricompensare gli alti manager delle aziende internazionali, imponendo la verifica a medio termine degli effetti dei loro interventi e congelando i bonus per un congruo periodo al fine di verificare l’effettiva e non solo apparente “creazione di valore”, o non vi sarà via di uscita per l’industria globalizzata e per quella chimica”.
L’auspicio è che ci sia un ripensamento di queste posizioni da parte del management globale. “Da questi signori – conclude Zingales – non ci aspettiamo che diventino “buoni” e manifestino una sensibilità ecologica, aspetto a loro sconosciuto, ma considerino i loro crudi interessi economici. L’unica lingua che sanno parlare”.
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