Politica
30 Agosto 2013
L'assessore al Bilancio diviso tra etica e convenienza. In ballo 7 milioni in più per il Comune

L’Imu e il dilemma di Marattin

di Ruggero Veronese | 4 min

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admin-ajax (19)Sette milioni di euro “in pronta consegna” per il Comune di Ferrara e un difficile dilemma da risolvere: prenderli o lasciarli nelle casse dello Stato? È questo uno dei paradossi legati all’abolizione dell’Imu. Perchè il provvedimento con cui il governo ha realizzato uno dei punti fondamentali del programma elettorale del Pdl pone gli amministratori locali di fronte a diversi dilemmi, di natura tecnica e – se così si può dire – etica. Infatti se dall’anno prossimo i Comuni potranno sopperire all’assenza di Tares e Imu con due nuove imposte (di cui una, la Tasi, sempre legata agli immobili), per il 2013 saranno le casse dello Stato a offrire agli enti locali la totale copertura del mancato introito, calcolando la cifra in base alle aliquote stabilite nei bilanci comunali del 2013. Il che, oltre a questioni di sostenibilità economica, crea un problema non da poco: gran parte dei Comuni italiani deve ancora chiudere il bilancio 2013 e da oggi, sapendo che i cittadini non dovranno in ogni caso pagare l’Imu sulla prima casa, ne potranno alzare al massimo l’aliquota (fino al 6%) per ricevere quanti più soldi possibili dal bilancio nazionale.

Una situazione che manda su tutte le furie l’assessore al bilancio di Ferrara Luigi Marattin, secondo il quale “ancora una volta i provvedimenti del governo penalizzano i Comuni più virtuosi e fanno un regalo immotivato a chi in questi anni non è riuscito a tagliare la spese e diminuire le imposte ai cittadini. Siamo fuori da ogni logica”. L’amministrazione ferrarese ha infatti approvato il bilancio 2013 alla fine del dicembre scorso, fissando l’aliquota sull’Imu prima casa al minimo di legge (4%). Con le novità in arrivo da Roma il testo potrebbe però tornare in consiglio comunale, aumentando l’imposta al 6% per far entrare nelle casse ferraresi un ‘regalo’ di 7 milioni di euro (che in totale passerebbero da 14 a 21) dal governo, che non potrebbe fare altro che pagare la somma per intero. Un percorso che verrà intrapreso da molti Comuni, soprattutto nelle grandi città dove l’approvazione del bilancio slitta spesso fino all’ultimo momento. “Milano e Roma devono ancora approvare i bilanci e con ogni probabilità dopo questo provvedimento alzeranno l’aliquota al massimo – afferma Marattin -. Ma se tutti i Comuni di Italia si comporteranno in questo modo la cifra presa dalle casse dello Stato sarà enorme: circa un miliardo e mezzo di euro. E prima che come amministratori ci dobbiamo porre il problema come cittadini”.

Come comportarsi? Modificare il bilancio e accettare i sette milioni “gentilmente offerti” dal governo o lasciarlo così com’è per non gravare sulla – già abbastanza problematica – situazione economica nazionale? Al momento Marattin non sa ancora darsi una risposta: “È una situazione – spiega l’assessore – in cui qualunque scelta prenderemo potrà essere giudicata sbagliata. Perchè se alzassimo l’aliquota al 6% ci si potrà criticare dal punto di vista del senso civico, ma d’altra parte con sette milioni di euro in più potremmo cancellare quasi del tutto l’addizionale Irpef o raddoppiare i servizi Asp per i cittadini. E non sarebbe neanche giusto rinunciare a queste risorse: non ha senso che Ferrara sia penalizzata perchè l’amministrazione è riuscita ad abbassare la spesa pubblica e ha approvato il bilancio in tempo, mentre viene premiato chi ha tenuto le imposte al massimo e deve ancora approvare i suoi conti. Sarei proprio curioso di sapere cosa ne pensano i cittadini su questa questione”.

Per Marattin questa è solo “l’ultima puntata di un film dell’orrore” nei provvedimenti della politica nazionale sugli enti locali. L’assessore parte dal dicembre 2012, quando il governo impose all’amministrazione di alzare l’Imu alle imprese (vai all’articolo), fino ad arrivare ai recenti sgravi sulle multe per le infrazioni del codice della strada (vai all’articolo). Ma in mezzo c’è stata anche una sanatoria per i Comuni che non hanno rispettato il patto di stabilità e l’obbligo agli enti locali di versare il 10% dei ricavi delle vendite immobiliari alle casse dello Stato. E nel caso dell’Imu l’assessore ferrarese vede responsabilità ben precise: “Purtroppo il Pd è riuscito a sbagliare un rigore a porta vuota perdendo le ultime elezioni, e per questo è nato questo governo che si deve occupare dei capricci del Pdl. Perchè questo è solo un capriccio elettorale: i cittadini non pagheranno l’Imu solo nel 2013 e dall’anno prossimo l’imposta tornerà mascherata e peggiorata, visto che la Tasi dovrà essere pagata anche dai semplici inquilini. In più manca ancora la copertura finanziaria sulla seconda rata e voglio vedere come riusciranno a tirarla fuori in tempo, visto che la legge di stabilità và presentata entro il 15 ottobre”.

L’assessore però non si dilunga nei riferimenti al Pdl o alle responsabilità politiche dell’attuale governo, e torna subito all’argomento del giorno: “Quello che dico sul Pdl o la leadership del Pd sono opinioni personali e possono essere criticabili. Quello a cui dobbiamo guardare oggi però sono i fatti inappuntabili, e cioè che anche questo provvedimento premia i Comuni e le amministrazioni meno virtuose e che non sono mai riuscite ad abbassare le spese. Cosa farebbero i ferraresi al nostro posto? Mi piacerebbe sentire le opinioni dei cittadini, spero solo che rispondano in maniera matura”. Il dibattito è aperto.

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