Politica
25 Gennaio 2013
Marattin contro le modifiche alla disciplina dell’Imu imposte dalla legge di stabilità 2013

“Il governo ci vieta di abbassare le tasse”

di Redazione | 3 min

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admin-ajax (2)Non sono state apprezzate dall’amministrazione comunale ferrarese le modifiche alla disciplina dell’Imu imposte dalla legge di stabilità 2013. E le critiche più nette vengono in particolare dall’assessore al bilancio Luigi Marattin, che rende note quali saranno le ripercussioni del nuovo testo sulla fiscalità del Comune e sulle aziende. Marattin descrive infatti la normativa dell’imposta sugli immobili fino alla fine del 2012 per poi passare alle modifiche di quest’anno, ed evidenziando come quella che doveva essere una riforma tesa a rendere più federalista le amministrazioni locali finisca invece per privare senza motivo i Comuni di alcuni poteri. Primo tra tutti, quello di abbassare le imposte.

Il gettito dell’Imu sulla prima casa (con aliquota base allo 0,4%) andava, fino al 2012, totalmente nelle casse comunali, “che però – spiega l’assessore – subivano un taglio di pari importo ai trasferimenti statali, quindi in pratica non apportava nessuna risorsa significativa nel bilancio”. Un discorso simile andava fatto per le riscossioni sugli altri immobili (0,76% l’aliquota base), di cui metà andava direttamente allo Stato e l’altra metà ai Comuni, sempre però al prezzo di un taglio di trasferimenti di pari entità. Le azioni possibili alle amministrazioni erano quindi limitate alla possibilità di aumentare o diminuire leggermente le quote imponibili: dello 0,2% sulla prima casa e dello 0,3 sulle altre proprietà.

La politica seguita dal Comune di Ferrara negli ultimi anni è stata quella di aumentare dello 0,14% l’imposta sulle seconde case, portandola allo 0,9%, ma di agevolare i costi per le imprese: “nella fattispecie, – secondo Marattin – abbiamo in essere l’aliquota minima (0,4%) per chiunque una nuova attività produttiva o ne rilevi una fallita. Ovviamente “paghiamo” questo nostro sconto con risorse proprie, cioè rinunciando a un gettito che altrimenti avremmo avuto”. È questo il punto critico per l’assessore ferrarese: con l’approvazione della nuova legge di stabilità, lo Stato rinuncia alla metà del gettito sulle seconde case, ma azzera i trasferimenti ai Comuni. “Una mossa, in teoria, mirata ad accentuare l’impostazione federalista del nostro ordinamento fiscale. Lo stato però si trattiene una parte del gettito Imu sugli altri immobili: quello derivante dagli immobili in categoria catastale D: le attività produttive. Su quegli immobili, i Comuni non sono più liberi di diminuire l’aliquota per favorire le imprese: possono, se lo desiderano, solo aumentarla”.

È questo il paradosso contro cui si lancia Marattin, che “obbligherà” il Comune a eliminare l’agevolazione fiscale per le imprese attiva fino a questo momento. “Onestamente – continua l’assessore – mai mi sarei aspettato di vedere un governo che vieta a un Comune di abbassare le tasse alle imprese, e di sopportarne esso stesso il costo. Una mossa in teoria mirata ad accentuare il federalismo finisce per avere come corollario una norma senza alcun senso, e assolutamente contraria a ogni principio di federalismo”. La sua idea è quindi quella di lanciare un appello ai candidati ferraresi al parlamento, perché “il loro primo atto sia quello di attivarsi affinchè ai Comuni sia concessa l’opportunità di scegliere liberamente quali agevolazioni fiscali poter introdurre sui tributi comunali, a condizioni ovviamente di sopportarne il costo”.

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