Comacchio. “Magari fosse così semplice, avremmo già provveduto”. Commenta così Marco Fabbri l’ipotesi avanzata dall’Ufficio Igiene Pubblica dell’Ausl di Ferrara che lo scorso 22 luglio, in una nota indirizzata al Comune, concludeva una serie di ragionamenti sull’inquinamento da batteri fecali nel mare dei lidi comacchiesi (vai all’articolo).
“Purtroppo – aggiunge il sindaco -, anche da studi successivi a quelli citati nel documento pubblicato da Estense.com, non è dimostrato che la presenza di batteri fecali sia collegabile all’apertura del by-pass del depuratore Cadf”. Fabbri ammette che quella segnalata dall’Igiene Pubblica è comunque una concausa, “ma al tavolo di lavoro su questo importante aspetto che sta lavorando dalla scorsa primavera non è chiaro un collegamento univoco e diretto”.
La nota proponeva di utilizzare l’apertura del by-pass come ‘campanello di allarme’ per far scattare il divieto di balneazione, evitando così l’esposizione dei bagnanti a elementi pericolosi per la salute. “Finché non è acclarato che quella è l’unica causa non possiamo agire efficacemente”, frena il sindaco, citando esempi vicini dove invece “è palese che l’innalzamento delle acque reflue in concomitanza con consistenti precipitazioni piovose”. Gli esempi sono quelli di Cattolica e Rimini, “dove il canale in questione butta direttamente a mare”. Nei due comuni, ad inizio stagione si prevede che nelle aree interessate dalla presenza di sfioratori fognari in occasione di aperture degli stessi, in concomitanza con eventi meteo importanti, scatti il divieto temporaneo di balneazione per l’acqua antistante dal momento dell’apertura fino a 18 ore dopo la chiusura degli sfioratori. Analoga misura di gestione nel 2013 è stata adottata dal Comune di Cattolica.
Su un punto Fabbri non ha dubbi: “al momento non c’è alcun pericolo per i bagnanti, le acque sono pulite e se anche domani altri prelievi dovessero rilevare altri problemi non ho alcun timore a emanare un nuovo divieto di balneazione”.
Più in generale, invece, Fabbri vede nell’inquinamento di questa parte di Adriatico “un problema che non è comunale e nemmeno provinciale. Nel fiume Po scaricano le attività produttive delle quattro regioni più industrializzate d’Italia; Comacchio non può essere lasciata sola ad affrontare il problema”. Contemporaneamente l’amministrazione sta verificando anche altre ipotesi apparse sulla stampa negli ultimi giorni, come gli scoli di bonifica: “non sono operazioni che si svolgono dall’oggi al domani, ma contiamo per la prossima stagione di trovare le certezze che stiamo cercando”.
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