La Straferrara, la compagnia teatrale dialettale più antica nostra, il 14 agosto prossimo compirà 82 anni: oltre 8 decenni di rappresentazioni e di scene di vita ferrarese alternatesi quasi spontaneamente, nella lunga esistenza della compagnia si potrebbe dire, poiché il suo lavoro, ininterrotto anche in tempo di guerra, sotto i bombardamenti, ha reso possibile la storicizzazione della trama e dell’ordito della vita della nostra città, con cui, anche nella denominazione, si è, in qualche modo, identificata. In fondo, anche un pezzetto di storia italiana dal Primo Dopoguerra in poi, non dimenticando di ricordare che solo 2 anni fa si son celebrati i 150 anni dell’Unità d’Italia.
Chi, tra i meno giovani lettori di quanto si va scrivendo, non ha mai sentito in casa sua la notissima battuta: “T’am pari la Straferrara in próa!”?.
Nel tempo, nonostante la perenne ‘endemica’ mancanza di una sede stabile – se si eccettua il periodo in cui il senatore Mario Roffi, ‘mecenate’ da sempre della cultura ferrarese, lui modenese (spilambertese) per nascita, aveva concesso loro per un po’ l’Estivo Massari – i suoi altri compleanni importanti li aveva festeggiati comunque.
Il 50°, nel 1981, era stato ricordato prima al Teatro Comunale, poi all’Arena Nuovo, con Al tramàcc, uno dei cavalli di battaglia redatto a quattro mani da due dei commediografi ‘storici’ della Straferrara, Augusto Celati ed Arturo Forti.
E poi, via via, nello scorrere degli anni, anche la recente commemorazione dell’80° anno di attività fu sancita da una scelta teatrale di doppio spessore, ancor più storica, ancor più affettiva, se possibile: la commedia rappresentata proprio la sera di domenica 14 agosto 2011, presso le Scuole “Ercole Mosti”, a Ferrara, infatti, fu Sal e pévar, tra le migliori più tradotte e diffuse di Alfredo Pitteri, commediografo ferrarese, intellettuale a tutto tondo, personalità geniale e, dunque, come spesso accade, addirittura profetica che, per primo, aveva redatto testi teatrali originali in lingua dialettale ferrarese.
E le celebrazioni per l’80° son ‘continuate’ e continuano, coerentemente, nel tempo, spaziando grazie a scelte di drammi dal sapore di un ‘classico’, da Celati a Forti a Pitteri a Spadoni – l’indimenticabile fondatore della compagine – fino, addirittura, a Jean-Baptiste de Poquelin in arte Molière. Ma poi, come diceva T. S. Eliot., What’s a classic? – Cos’è un classico?
E’ semplicemente un ‘qualcosa’ nato tempo fa che, tuttora, magari con qualche intervento ‘ad hoc’, è ancora perfettamente ‘up to date’ o, addirittura, precorritore di messaggi e valori oltre il tempo: proprio ciò che rappresenta per noi Ferraresi la Straferrara, cui auguriamo almeno altri 80 anni di successi interminabili…
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