Copparo
30 Luglio 2013
Gli operai al presidio di Copparo attendono notizie da Roma

Berco, notte di attesa

di Marco Zavagli | 2 min

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Copparo. È iniziata l’attesa definitiva. Lo si vede dai volti di chi è in via Primo Maggio da ormai cinque giorni. Quella appena passata non era una giornata come le altre. Il presidio degli operai Berco blocca le entrate dello stabilimento di Copparo da mercoledì scorso. Ma i visi di chi anche ieri ha presenziato giorno e notte i cancelli della sua fabbrica era molto più teso.

L’incontro al ministero cui sono legate le sorti di almeno 400 persone in provincia di Ferrara era previsto per le 12. Poi arriva subito la correzione in corsa da chi, come Marcella Zappaterra e Caterina Ferri, è presente al tavolo capitolino: vertice spostato alle 17. Al ministero sindacati e rappresentanti degli enti locali entrano quasi alle 18. “Si tratta ad oltranza” fa sapere la presidente della Provincia.

Come se si fosse rotto un incantesimo, al presidio si torna alla ‘normalità’. Riprendono calcino e trionfo, qualcuno scherza, qualcuno mima gli accordi del “Boss” quando dagli altoparlanti esce la voce di Bruce Springsteeen. La musica proviene dal dj set lanciato dalle 18.30 in poi su iniziativa dell’assessore comunale Martina Berneschi. Anche lei verso cena si fa vedere. C’è anche Elisa Trombin, sindaco della vicina Jolanda di Savoia, arrivata con un camion pieno di bevande. Arrivata ora di cena si distribuiscono le 70 portate di spaghetti all’amatriciana fatti arrivare dal ristorante Da Giuseppe. Continua la catena di solidarietà dei commercianti. Chi non può offrire direttamente prodotti commestibili, come Ferramenta Sartori o la Parafarmacia Vitali, compra le pizze e le porta al presidio. I dipendenti Coop si sono autotassati e a pranzo sono arrivati con un carrello di meloni e uno di angurie. Gli anziani del centro sociale hanno le cassette di frutta e verdura raccolte negli orti. La lista di chi si sente parte del simbolo di Copparo si allunga di ora in ora. Lo dice chiaramente un operaio al megafono: “questa azienda è una famiglia”. Di più. Questa azienda è un paese intero.

Intanto da Roma arrivano trafelati i primi dettagli. L’azienda parla di 500 esuberi, dei quali 400 solo a Copparo. La controparte non arretra sugli ammortizzatori sociali che potrebbero evitare le lettere di licenziamento che, in caso contrario, partirebbero mercoledì. Il sottosegretario De Vincenti cerca la mediazione con due tavoli separati che possano limare le richieste di entrambi.

Se compromesso ci sarà, lo si saprà a ore. Intanto gli operai a tarda sera si preparavano a passare un’altra notte all’addiaccio. Si va verso l’ultimo giorno autorizzato di presidio. La comunicazione alla questura scade alla mezzanotte di mercoledì. Molti, lo dicono sottovoce per scaramanzia, sono disposti a rimanere davanti ai cancelli ad oltranza.

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