Cronaca
18 Luglio 2013
Sindaco e rettore rispondono alle questioni sollevate da Ranieri Varese sulla figura dell'intellettuale fascista

Premio Quilici: “Nessun intento revisionista”

di Mauro Alvoni | 3 min

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tagliani nappiHa dovuto attendere un mese e “sollecitare” la risposta rendendo pubbliche le sue rimostranze attraverso Estense.com (vai all’articolo). Ma alla fine Ranieri Varese ha ricevuto ieri una lettera di spiegazioni da parte del sindaco e del rettore sul Premio Nello Quilici, il “Riconoscimento Quilici”,  rispetto al quale il noto docente del Dipartimento di Scienze Storiche di Unife sollevava l’inopportunità dell’istituzione, ricordando che l’intellettuale e giornalista fu anche fascista e difensore delle leggi razziali.

Una lettera, quella di Ranieri Varese, che ha sollevato uno stuolo di polemiche e di interventi, oltre che, probabilmente, anche un certo imbarazzo da parte dei promotori (vai all’articolo), sebbene, come sottolineato dallo stesso sindaco Tiziano Tagliani e dal rettore Pasquale Nappi nella risposta al professore, l’iniziativa non sia frutto di decisioni assunte oggi. Tagliani e Nappi, infatti, ricordano che il “Riconoscimento Quilici” è stato istituito nel 1999/2000 dalla biblioteca comunale Ariostea, allora sotto la guida di Alessandra Chiappini, e conseguentemente dal Comune (referente l’allora assessore alla Cultura, Alberto Ronchi), “a seguito della donazione alla biblioteca stessa da parte dei fratelli Vieri e Folco Quilici di tremilacinquecento libri del padre che sono andati a costituire il “Fondo Quilici”, e che “nelle prime due edizioni l’Università è stata coinvolta nella commissione giudicatrice insieme all’Istituto di Storia Contemporanea”.

Le rimostranze e le osservazioni di Ranieri Varese sarebbero, dunque, quantomeno tardive, trattandosi ormai della terza edizione del premio, il che tuttavia non toglie nulla al senso delle affermazioni del docente e al giudizio sulla figura di Nello Quilici, che per Varese non può essere modello ed esempio per i giovani studiosi. Su questo punto Tagliani e Nappi precisano: “Il Riconoscimento è legato alla donazione del patrimonio librario di un personaggio, da considerarsi come figura storica del fascismo che ha avuto un ruolo rilevante nel giornalismo nazionale, negli studui di economia e nella vita di questa città, e non certo come modello da proporre. E questo è facilmente verificabile dai lavori pervenuti in questa edizione (che ha visto peraltro una notevole partecipazione): diverse tesi ed elaborati hanno toccato in maniera molto critica e pertinente la storia del giornalismo e della comunicazione del ventennio, altri, come il saggio che ha vinto il primo premio, hanno approfondito personaggi di rilievo per la storia della nostra città quali Renzo Ravenna e Renato Hirsch, altri ancora hanno parlato dell’attuale comunicazione mettendola storicamente a confronto, non è mancata l’analisi critica degli articoli antisemiti, né si vorrebbe pertanto mortificare queste giovani e preziose energie”.

Quello che sindaco e rettore hanno poi voluto puntualizzare a Varese è che l’intento non era certo quello di istituire un veicolo per una sorta di revisionismo della figura di Nello Quilici, di cui “le ombre sono ben presenti”, ma di “un’occasione per approfondire temi connessi con la storia del giornalismo e con la comunicazione pubblica in genere usufruendo, in particolare per le problematiche relative alle questioni storiche, del patrimonio storico-bibliografico del fondo presente in Ariostea”.

Nessun intento di “riabilitazione” del personaggio a cui è intestato il Riconoscimento, quindi, il cui futuro sembra peraltro incerto. Lo fanno sapere sindaco e rettore a a Varese riferendogli che “ad oggi non siamo nelle condizioni di assicurare la contnuità del premio Quilici in quanto i fondi sono messi a disposizione dal Comune di Ferrara, e in questo periodo è difficile fare anticipazioni sui prossimi bilanci”.

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