Cronaca
10 Luglio 2013
Nei rimborsi chiesti al Comune di Ferrara cibo per cani e spese telefoniche

Onlus che gestiva il gattile denunciata per truffa aggravata

di Marco Zavagli | 4 min

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freccia in gabbia1 09042011I rappresentanti dell’associazione animalista che gestiva il gattile di Ferrara è stata denunciata per truffa aggravata ai danni del Comune. È la conclusione di una serie di indagini portate avanti dai carabinieri della stazione di Corso Giovecca che si erano attivati in seguito a una denuncia per presunti maltrattamenti sugli animali ospitati. Una denuncia che faceva seguito a feroci polemiche da parte di altre associazioni animaliste, che accusano l’allora gestore – si parla dell’anno 2011 –, tra le altre cose, di non conservare gli ambienti puliti, di non fornire sufficiente acqua ai gatti e di non prevedere mangime umido nei recinti esterni.

Da qui erano partite verifiche ispettive attraverso i Nas di Bologna. Ed è proprio nel corso di queste attività che, pur non  evidenziandosi i maltrattamenti denunciati, gli uomini dell’Arma nel visionare gli atti allegati alla denuncia, si sono imbattuti in una serie di spese poi “messe a rimborso” nei confronti del Comune che – secondo gli inquirenti – ben poco avevano a che fare con i compiti propri della onlus così come sanciti nello statuto della stessa società. Sarebbero emersi infatti rimborsi di cibo e medicinali per cani nonché esose spese telefoniche che per portata difficilmente potevano essere attribuite alla gestione di un gattile.

In base al contratto di gestione, la onlus doveva prendersi cura dei felini, seguire la manutenzione della struttura nonché di tutto quanto potesse essere utile nell’interesse esclusivo dei gatti e delle colonie feline della provincia di Ferrara. Tutte le  spese relative alle funzioni appena indicate quindi (alimenti per gatti, spese telefoniche, spese veterinarie, ecc.. ecc..) sarebbero poi state rimborsate – su richiesta mensile del presidente dell’associazione – dal Comune di Ferrara per il servizio reso.

E invece nel conto sarebbero finite altre voci. Acquisite presso la società telefonica interessata le fatture del periodo intercorrente tra l’apertura della struttura (nel marzo 2011) ed il momento dell’inizio dell’attività investigativa delegata (nel febbraio 2013), si è così potuto verificare che L.R.C., pensionata ferrarese di 61 anni, responsabile della società Gas (Gruppo Animalista di Solidarietà), per fare un esempio, aveva attivato quasi 200 schede sim in abbonamento più altre 30 ricaricabili, tutte rigorosamente intestate alla onlus, oltre ad aver acquistato a rate diversi cellulari Blackberry.

Altra sorpresa è stata lo sviluppo dei traffici telefonici connessi alle sim intestate, dove i militari hanno potuto accertare un traffico dati internet e “da e per” l’estero di mms/sms per un importo complessivo di oltre 5.000 euro, traffico accertato su quasi tutte le schede. Quasi tutte le telefonate, secondo i riscontri dell’Arma poco o nulla avevano a che fare con la gestione del gattile e i compiti prefissati dalla società.

La responsabile è stata sentita dagli inquirenti assieme al presidente del Gas, R.R., pensionato di 66 anni. Entrambi hanno confermato di aver messo a rimborso del Comune acquisti per cani, giustificandosi con un mero errore formale. Per quanto attiene invece alle spese telefoniche, i due hanno ammesso che alcuni volontari del gattile, ai quali avevano consegnato delle schede telefoniche, con tutta probabilità non le avevano utilizzate per gli scopi istituzionali prefissati, bensì per altri prettamente personali.

Il Gas aveva vinto la gara d’appalto indetta dal Comune per l’assegnazione della gestione della struttura di via Gramicia e aveva iniziato a gestirlo dal 1° marzo 2011. Le associazioni A Coda Alta, G.A.T.A, Avedev, Oipa, Lav, Enpa e Lega nazionale per la difesa del cane avevano manifestato subito forti perplessità sulla gestione (quelle relative alla scarsa cura degli animali smentite però da successivi controlli), ricordando che Gas si era già occupato in precedenza della gestione del gattile municipale dal 2002 al 2007, ma a fine mandato aveva lasciato “perché – scrivevano nel 2011 – con i 60.000 euro assegnati dall’amministrazione non riusciva a coprire le spese di gestione”. Poi, inaspettatamente, aveva invece partecipato alla gara in questione “senza avvalersi della collaborazione di altre associazioni pur sapendo che il budget era di soli 40.000 euro”.

Ora R.R. e L.R.C., in quanto responsabili della struttura, dovranno difendersi dall’accusa di truffa aggravata ai danni del Comune di Ferrara.

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