
Parid Cara al seggio elettorale
Bondeno. Dagli studi all’istituto Itis Nicolò Copernico di Ferrara ad un posto in parlamento in Albania. È la storia di Parid Cara, 36 anni, imprenditore nato a Kavajë ma che ha passato buona parte della sua vita, fin dagli anni degli studi nella provincia di Ferrara, dove ha diretto con successo per anni la Cmp Impianti, a Bondeno, nel ruolo di sales manager e al fianco di altri parenti che lo aiutano a condurre l’azienda. Parid però ha lasciato il territorio matildeo tre mesi fa per candidarsi nel partito socialista albanese guidato da Edi Rama alle elezioni che si stanno tenendo in questi giorni. Elezioni iniziate purtroppo nel peggiore dei modi, dal momento che ieri, poco dopo l’apertura delle urne, un simpatizzante socialista è stato ucciso fuori da un liceo che ospita i seggi durante una sparatoria che ha coinvolto anche un candidato del Partito Democratico, rimasto ferito assieme al fratello.
Parid Cara è un personaggio piuttosto conosciuto a Bondeno, sia per la sua attività imprenditoriale che per la sua passione per la politica. Negli ultimi giorni ha diffuso sulla rete diverse foto dei suoi comizi elettorali e alcuni testi dei suoi discorsi, e ha chiuso il tour nella sua città natale in cui ha ringraziato i suoi sostenitori e il partito e ha puntato sulla possibilità di dare un cambiamento alla politica del suo paese. “Vorrei ringraziare – è stata la conclusione di Cara – tutte le persone che hanno sostenuto la nostra campagna elettorale e le centinaia di migliaia di residenti che sono venuti a discutere con me nei quartieri e nelle strade della città e villaggio. Grazie. Amici miei, domani è il giorno in cui ognuno di noi, con il suo voto ha la possibilità di cambiare la realtà che lo circonda. Kavaja appena iniziato il percorso di sviluppo per finalizzare con successo la nostra visione, chiedere il vostro sostegno e la fiducia”.
Se per alcuni può venire spontaneo scherzare sulla cultura politica che Parid ha avuto modo di osservare e imparare in Italia, ciò che colpisce osservando le elezioni dall’altra parte dell’Adriatico è la reale influenza del nostro establishment sui media albanesi. Numerosi politici nostrani sono stati chiamati in tv come ospiti e opinionisti durante la campagna elettorale (tra i più noti Livia Turco, Michela Vittoria Brambilla e Stefania Craxi), mentre a un comizio del candidato del Partito Democratico (coalizione di centrodestra) Bamir Topi sono intervenuti come ospiti d’onore e supporter anche Al Bano e Barbara d’Urso. Un sistema non molto simpatico – secondo vari esponenti socialisti locali – di attirarsi le simpatie degli emigrati albanesi in Italia, un enorme bacino elettorale ammesso per la prima volta al voto in questa turnata elettorale.
Per gli scaramantici, Cara non è il primo albanese che da Ferrara finisce per tentare la fortuna nella politica in patria, per giunta proprio nella circoscrizione di Kavaje. Anche Parid Terefiçi arrivò in Italia per motivi di studio, e dopo essere passato per l’università Bocconi, a Milano, si trasferì a Ferrara dove collaborò con vari progetti artistitici a Casa Cini. Fino alla chiamata di Sali Berisha, primo ministro uscente che lo chiamò nel cuore della notte nella sua abitazione di via Carlo Mayr per proporgli quella che sembrava un’improbabilissima candidatura. Terefiçi fu eletto nella camera dei deputati. Per sapere la sorte del secondo Parid basterà aspettare pochi giorni. Sperando che, dalla politica italiana, l’Albania non abbia cercato di imparare troppo fedelmente.
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