Comacchio
21 Giugno 2013
Petru uccise con una mazza da baseball il suo datore di lavoro e nascose il corpo

Trentuno anni per l’omicidio Spadari

di Marco Zavagli | 2 min

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adminSan Giuseppe. Trentuno anni per l’omicidio di Luciano Spadari. Si è concluso il processo in rito abbreviato contro Josif Marian Petru il 29enne operaio rumeno arrestato nel settembre 2012 a Timisoara, dove si era rifugiato dopo aver ucciso a colpi di mazza da baseball il 74enne di San Giuseppe di Comacchio.

Era la notte del 4 maggio 2012 quando Spadari venne assassinato nel garage del vivaio della sua azienda, al civico 72 della Statale Romea, dove viveva da solo. Dopo l’omicidio Petru cercò di nascondere il cadavere, coprendolo con vasi di piante e tubi per l’irrigazione, nelle adiacenze di un ricovero di attrezzi agricoli. Lì lo troveranno la sera successiva i carabinieri, avvisati dai familiari preoccupati dal non avere più sue notizie. Dal marsupio erano sparite migliaia di euro.

Dopo l’omicidio, Petru prese la Mercedes di proprietà di Spadari per dare inizio alla sua fuga dall’Italia, auto ritrovata in seguito a Codigoro e fermata precedentemente per un controllo dai carabinieri di Codigoro, ai quali il rumeno aveva fornito un ottimo adminalibi sul fatto che circolasse con la vettura della vittima e con chiazze di sangue sulla carrozzeria, tanto da non aver destato sospetti (aveva mostrato un biglietto da visita del vivaista e una ricevuta del veterinario che avrebbe giustificato la presenza di sangue attribuibile a un cane). Il controllo dei carabinieri di Codigoro risultò stato comunque preziosissimo per le indagini e per l’identificazione del 29enne, che si trovava in Italia da poco ed era appena stato assunto come operaio proprio nel vivaio di Spadari.

In aula, davanti al gup Monica Bighetti, Petru – difeso dall’avvocato Cristiano Brunelli, del foro di Roma – ha confessato l’omicidio, chiarendo anche alcune circostanze del delitto.

Le figlie della vittima con i loro avvocati

Le figlie della vittima con i loro avvocati

Per lui il pubblico ministero Barbara Cavallo ha chiesto l’ergastolo con isolamento diurno, ridotto all’ergastolo grazie al rito premiale dell’abbreviato. Il giudice, dopo tre ore di camera di consiglio, lo ha condannato invece a 31 anni, 2 mesi e 10 giorni. La pena contempla 30 anni per l’omicidio, otto mesi per l’occultamento del cadavere e 4 mesi e 10 giorni per l’aggravante della crudeltà. Per le parti civili, le tre figlie di Spadari (Susanna, Lucia e Loredana, assistite rispettivamente dagli avvocati Samuele Bellotti, Elsa De’ Giusti e Giacomo Forlani), il giudice ha disposto una provvisionale di centomila euro per ognuna.

Una “soddisfazione a metà” per le figlie, che chiedevano l’ergastolo, “per chi ha mostrato a nostro padre la gratitudine di avergli dato un lavoro ammazzandolo selvaggiamente. Ora l’importante è che questi 30 anni li sconti tutti”.

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