Cronaca
30 Maggio 2013
A processo insieme al compagno per maltrattamenti a minorenne

Picchia la figlia “troppo grassa”. La madre: “Si è inventata tutto

di Marco Zavagli | 3 min

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adminMaltrattata? No, la ragazza si sarebbe inventata tutto. E lo avrebbe fatto per gelosia. Perché ha visto la madre andare a vivere con un altro uomo, da cui poi ebbe anche un figlio. È questa la versione dei due imputati nel processo per maltrattamenti in famiglia in corso nel tribunale di Ferrara per fatti avvenuti tra il 2003 e il 2006. Quando la presunta vittima aveva appena 9 anni. Vicende risalenti ma che sono venute alla luce solo di recente, quando la ragazza ha voluto denunciare quanto sostiene di aver subito per tre lunghi ani. Alla sbarra ci sono la madre e il patrigno, accusati di percosse, offese e umiliazioni avvenute tra Milano, città di origine della ragazza, e il Basso ferrarese, dove i tre si trasferirono durante quel drammatico triennio.

A far partire l’inchiesta, nel maggio del 2006, fu un’insegnante della scuola media milanese frequentata dalla minore, insospettita da tempo dallo scarso andamento scolastico e dal comportamento fin troppo timido e riservato dell’alunna. I timori dell’insegnate presero forma di certezza una mattina in cui, entrando in classe, vide che la ragazzina si copriva vistosamente una parte del volto con la mano. La professoressa affrontò la situazione direttamente, chiedendo ad Anna cosa fosse successo e scoprendo i lividi sul viso e sul polso che la minore cercava di nascondere. Non si poteva tacere una situazione di questo genere, e immediatamente venne radunato il corpo insegnanti per discutere della cosa e stendere una relazione su quanto scoperto (vai all’articolo).

Perché la giovane sarebbe stata maltrattata? “Io rappresento la loro vergogna”, ebbe a dire la ragazzina all’insegnante durante la drammatica confessione. La giovane aveva sofferto molto dopo la separazione dei genitori, e questo portò a un primo peggioramento del suo andamento scolastico che la madre e il suo compagno, secondo il racconto fatto all’insegnante, avrebbero cominciato a rinfacciarle in continuazione. A questo si sarebbero sommati i rimproveri e le umiliazioni per il suo aspetto fisico: “troppo grossa”, secondo quanto riportato in sede di denuncia. Tanto da ordinarle di dimagrire e da impedirle di uscire di casa e frequentare gli amici. Fino alle percosse e ai lividi sulla pelle della giovane, che mostrò all’insegnante un forchettone di legno spezzato a metà e rattoppato con lo scotch con cui – raccontò – sarebbe stata malmenata.

Questa vicenda si concluse nel 2009, quando Anna andò a vivere con il padre, ma il processo è ancora in corso. Dopo che il tribunale di Milano si dichiarò incompetente territorialmente, il processo è stato trasferito al foro di Ferrara, dove il fascicolo è passato alla procura estense. I due imputati ora racontano al giudice Marini che la giovane ha mentito, che si è inventata tutto. Per gelosia, forse per vendetta per essersi sentita abbandonata.

Il processo è stato aggiornato a metà giugno.

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