Politica
4 Marzo 2010
L'intervento

“Cona il più grande scandalo della sanità nazionale”

di Redazione | 3 min

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Una visita che dipana ogni dubbio sull’apertura di Cona, quella effettuata dal consiglio comunale lunedì, e al tempo stesso la prova che si continua a giocare con le date. Il termine contrattuale di giugno per l’ultimazione dei lavori e la conseguente previsione del direttore Baldi che “entro il 2010” inizieranno i ricoveri, appartengono al mondo dei sogni. Non bisogna essere esperti di costruzioni per capire che il cantiere è in ritardo e che i collaudi degli impianti, il completamento delle aree commerciali e di servizio, delle infrastrutture, oltre ai traslochi, faranno slittare l’apertura dell’ospedale a fine 2011, se non ci saranno intoppi.

La scarsa portanza del terreno ha imposto un progetto obsoleto, sviluppato in pianta, con ampie superfici destinate ai collegamenti tra i vari corpi di fabbrica. Ripetuti rimaneggiamenti hanno comportato la demolizione di parti già realizzate, modifiche della localizzazione delle cliniche, dell’accesso del pubblico, della viabilità, degli ingressi principali. Il costo complessivo dell’operazione rimane avvolto dalle nebbie della Valle della Morte. Baldi in consiglio ha parlato di 292 milioni, ma sono escluse riserve, opere non finanziate dall’azienda ospedaliera (opere idrauliche, viabilità esterna, metropolitana leggera), parte di arredi, attrezzature e i traslochi.

Sono passati vent’anni da quando Giovanni Paolo II posò la prima pietra e da allora i ferraresi attendono l’apertura del nuovo ospedale. Scelte sbagliate, incapacità tecniche, errori di gestione, procedure d’appalto illegittime (leasing), hanno fatto di Cona il più grande scandalo della sanità nazionale. L’Umberto I di Mestre, ritenuto tra i più bei nosocomi d’Europa, premiato dall’Unione europea, l’unico con la stazione metropolitana nella hall, raggiungibile in bus, in treno, in auto e in bicicletta, è stato costruito in quattro anni.

Cona doveva accogliere il primo malato entro il 2003, impegno assunto dall’ex sindaco Gaetano Sateriale in Consiglio comunale nel 2000. Nel 2003 questi dichiarava che “è obiettivo del Comune, condiviso dalla Regione e dall’Azienda ospedaliera, fare tutto il possibile per completare l’ospedale entro il 2004 e che la scelta del global service va nella direzione di rendere possibili questi tempi”. Nel 2004, a pochi giorni dalle elezioni, con l’ennesimo colpo di teatro Sateriale annunciava l’apertura di Cona 1 entro il 2005 ed il completamento di Cona 2 entro il 2007.

E’ chiaro che chi doveva, non è stato in grado di garantire il completamento del progetto in tempi certi, ma non è altrettanto chiaro chi ne abbia beneficiato, chi abbia pagato o chi pagherà il conto di vent’anni di disagi sopportati dai cittadini, per un’assistenza sanitaria inadeguata nel vecchio ospedale Sant’anna, lasciato cadere a pezzi. Ed esiste pure il rischio di un’enorme speculazione immobiliare nell’area del Sant’anna, dove c’è chi vorrebbe realizzare uffici, villette, negozi ed una casa di cura privata, resa appetibile proprio dallo spostamento dei servizi a Cona.

Per i suddetti motivi Regione, Azienda ospedaliera, Università, Comune e Provincia, partiti di maggioranza, Pd in prima fila, dovrebbero pronunciarsi sulle responsabilità politiche e tecniche alla base di tale disastro e chiedere scusa ai ferraresi. Ma ieri in consiglio il Pd si è sottratto a qualsiasi autocritica ed ha bocciato la risoluzione di Ppf per mantenere attivi al Sant’Anna i servizi di emergenza, day hospital, diagnostica, chirurgia ambulatoriale, terapie intensive e non, che non richiedano ricovero.

 Valentino Tavolazzi, Consigliere comunale Ppf

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