Riva del Po
27 Maggio 2013
Alla MiSwaco di Berra un centinaio di dipendenti non vuole le rsu

Petizione dei lavoratori: stiamo bene senza sindacati

di Marco Zavagli | 3 min

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miswacoBerra. Sindacati? No grazie. Una petizione firmata dalla quasi totalità dei dipendenti chiede gentilmente a chi sarebbe titolato a rappresentarli di restare alla porta. Accade alla MiSwaco di Berra, ex Mantovani e Vicentini, emanazione di una multinazionale statunitense con sede ad Houston in Texas che si occupa di costruzione di macchinari per la perforazione dei pozzi petroliferi, con un fatturato annuo di miliardi di euro. E che non conosce crisi.

La MiSwaco ha rilevato nel 1998 la Mantovani e Vicentini, nata nel 1960 come produttrice di macchine agricole e per l’ambiente. A partire dal 1980, grazie a un accordo con Agip. la M&V diventa fornitrice di macchine per l’assistenza ai pozzi di perforazione. Dopo che l’azienda ferrarese cambia settore, nel 1998 cattura l’attenzione della multinazionale. Oggi il fiore all’occhiello della sua produzione sono dispositivi che si occupano del processo di separazione solido-liquido dei materiali prodotti dall’attività di trivellazione e di controllare i solidi prodotti dalla perforazione del terreno.

Un’attività che si colloca bene all’interno di MiSwaco, leader mondiale nel campo delle attività di controllo dei solidi e nei servizi inerenti ai fluidi di perforazione, con sede a Houston in Texas. Il gruppo dà lavoro a 8 mila dipendenti e dispone di70 sedi sparse in giro per il mondo. Dopo la Mantovani e Vicentini, MiSwaco acquista pochi anni fa anche la Dora Acciai di Serravalle, destinata al fallimento, riassorbendone i dipendenti.

Un patrimonio per questo lembo di terra del Basso ferrarese insomma. E anche per l’intera provincia, visto che ormai le aziende con un centinaio di dipendenti che chiudono i bilanci in attivo sono delle mosche bianche. Anzi, sembra che nell’ultimo anno i risultati siano stati così positivi da spingere la proprietà a elargire un sostanzioso premio produzione ai propri dipendenti.

Un’isola felice, insomma, che teme qualsiasi tipo di temporale possa avvicinarsi all’orizzonte. Tanto che alla notizia dell’apertura da parte dei sindacati dei metalmeccanici della procedura per le elezioni delle rsu aziendali, la quasi totalità dei dipendenti (qualcosa come il 97%) ha firmato una lettera nella quale si chiede a Fiom e Fim (i due sindacati rappresentati all’interno) di non entrare in azienda. Il clima all’interno è positivo e il rapporto con la proprietà più che costruttivo. Questo in sostanza il contenuto della petizione. E così, mentre i delegati ritiravano la propria candidatura, la lettera è finita sul tavolo di Unindustria e la notizia è già arrivata all’orecchio delle segreterie confederali. “È un fatto anomalo, visto quanto sta succedendo attorno a noi – commenta Sandra Rizzo della Fim Cisl -; mi auguro che non siano mai costretti ad aver bisogno del sindacato”. E il punto su cui riflettere forse è proprio questo: la distanza che in alcuni casi può crearsi tra lavoratori e chi pretende di rappresentarli.

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