Politica
22 Maggio 2013
Gaffe del ministro ferrarese. Consigliava la crocetta su Michela Di Biase

Franceschini via sms: “Votate la mia compagna”

di Marco Zavagli | 3 min

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darioSei a Roma e non sai cosa fare il 26 maggio? Fai un salto alle urne e vota la compagna di chi conta. Se chi conta è un ministro, poi, la scampagnata con crocetta non può essere che salutare. Dario Franceschini fa campagna elettorale per la sua compagna nella maniera più goffa possibile. Ossia facendosi smascherare. Lo sgambetto mediatico al ministro per i rapporti con il parlamento lo fa un blog dal titolo eloquente, “Il portaborse”, che pubblica sul proprio sito un sms “che circola da alcuni giorni – spiega il blogger – sui cellulari di un circolo più o meno ristretto di ‘amici’ di Dario”.

Il post è stato subito catapultato sul blog di Beppe Grillo che titola “Il compagno Franceschini e la sua compagna” e ripubblica il testo ‘incriminato’: “Caro xxx, se voti a Roma posso proporti di dare la preferenza a Michela Di Biase, la mia compagna, che si candida in consiglio comunale? Dario”.

Di quale Dario si parli viene subito chiarito: “l’ex segretario del Pd, ex capogruppo alla Camera del Pd, attuale ministro per i Rapporti con il Parlamento del governo Letta. Che, come se non bastassero i problemi dell’Italia, deve pure preoccuparsi di dare una mano alla compagna candidata al consiglio comunale di Roma. Povero Dario. Nemmeno un attimo di riposo. Ma si sa tutti teniamo famiglia”. Chi sia invece la lei è presto detto: nata a Roma nel 1980, Michela Di Biase è laureata in storia dell’arte e lavora in un’ azienda pubblica. Militante Ds, nel 2006 è stata eletta consigliere del VII Municipio e nel 2008 è risultata il consigliere più votato del Pd. Attualmente è vicepresidente dell’assemblea regionale del Lazio e membro della direzione romana del partito.

“Mi domando se una persona impegnata in politica ha più diritto a una vita privata” è la replica ‘disinteressata’ di Franceschini, rilasciata ai taccuini di Montecitorio e pubblicata dal Ilmondo.it. “Ho mandato un sms dal mio cellulare privato a poco più di una decina di amici personali per chiedere di votare la mia compagna, che fa politica da molto prima di conoscermi in un municipio della periferia romana, a Centocelle, e che ha deciso di candidarsi in consiglio comunale di Roma. C’e qualcosa di male o di scorretto nel mandare un sms a qualche amico? È troppo chiedere rispetto per lei, se non per me, prima di buttare le persone e ogni cosa nel tritacarne mediatico e della rete?”.

Premesso che il rispetto per la candidata – che ha già dimostrato nel recente passato di non aver bisogno di essere “consigliata” – deve essere sacrosanto, è difficile pensare che la “decina di amici” del Dario nazionale possa decidere le sorti dell’aspirante consigliera. Forse andrebbe rivisto quel “poco più”…

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