Leggo su Estense.com del 14 maggio: “Il prezzo dell’energia all’interno del Polo Chimico è eccessivo, più alto del 20-30% rispetto ai prezzi di mercato (leggi)”. Tanto che il sindaco Tagliani e il sempreverde Alessandro Bratti si sono sentiti in dovere di andare a protestare presso l’Authority nazionale per l’energia e il gas che determina le tariffe (ora anche per l’acqua.) .
Un cahier de doleance condito con lacrime di coccodrillo, poiché quando Bratti era assessore all’ambiente, all’inizio degli anni 2000, nel sostenere fortemente la costruzione della centrale a turbogas prometteva alla cittadinanza riottosa un notevole calo del costo dell’energia elettrica, proprio all’interno del petrolchimico, adducendone un vantaggio generale alla città, notoriamente dipendente dal suo Polo tecnologico.
Vado a memoria: “la presenza della turbogas ridurrà le emissioni di micropolveri grazie alle BAT, le migliori tecnologie disponibili” – ci sono voluti anni di battaglie ambientaliste per installare le famose caldaiette con filtro di abbattimento fumi. “La turbogas è necessaria per far fronte al fabbisogno energetico della nostra regione” – non ha mai venduto un kw di energia né alla regione né alla città e dentro al petrolchimico applica prezzi maggiorati come si conviene ad ogni monopolista. “La centrale turbogas a ciclo combinato recupera il calore che servirà a permettere la chiusura delle altre centrali a metano” – infatti si sta progettando un nuovo polo delle energie rinnovabili a Ferrara, all’interno del quale è prevista l’ennesima centrale a metano.
Dunque: possiamo credere all’efficacia delle lamentale congiunte di un parlamentare che da assessore ha trattato con Enipower la costruzione della turbogas ( la quale ha avuto un iter di autorizzazione a tempi di record in sei mesi) e di un sindaco che da vice è stato il principale fautore della fusione per incorporazione di Agea in Hera e che ora dice di voler essere cauto sulla progettata costruzione del nuovo polo energetico (spacciato per geotermia) di Hera?
Concludo: quand’è che decideremo, in questa città, di cambiare metodo e facce?