Il prezzo dell’energia all’interno del Polo Chimico è eccessivo, più alto del 20-30% rispetto ai prezzi di mercato. Un problema che negli ultimi anni ha assunto sempre più importanza, soprattutto alla luce della perdurante crisi economica, e che il sindaco Tagliani ha cercato ieri di capire come risolvere recandosi a Milano, in compagnia del parlamentare ferrarese Alessandro Bratti, per un incontro specifico all’Autorità per l’Energia.
Una vecchia legge del 2009 prevede la facoltà da parte delle imprese che si trovano all’interno di uno stabilimento di acquistare energia elettrica all’esterno, ma tale legge non è stata accompagnata da alcuna norma applicativa. “Dopo aver posto i termini del problema a presidente e dirigente dell’Autorità per l’Energia – ha riferito Tagliani – ci è stato portato come esempio il caso di Terni, dove una delibera permette alle imprese di chiedere al gestore della rete, nel nostro caso Sef, di attivare un Pod (puntodi prelievo) con Enel, che il gestore è obbligato ad attivare. In questo modo è possibile ricorrere al prezzo di mercato da parte delle reti interne di utenza (Riu) qualora il prezzo del gestore sia meno conveniente”.
Una serie di passaggi, insomma, complessi ma attivabili, che permetterebbe di rendere più appetibile il Polo Chimico ferrarese anche alle imprese che intendono insediarsi nell’area. “Non solo un vantaggio per le imprese già insediate – aggiunge Tagliani – ma un passaggio strategico se vogliamo fare nuovi insediamenti e rilanciare l’area. Contatterò quindi le aziende informandole di questa opportunità, informando anche Sef di questa nostra intenzione”.