Cronaca
20 Maggio 2013
La pubblica accusa chiede 5 anni per Sbarro e 4 per Baruzzi, assoluzione per Baruffa

Automec, “condannate gli utilizzatori finali”

di Marco Zavagli | 4 min

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automecCondanna per chi è stato “utilizzatore finale”. Sembrano le parole dell’avvocato Ghedini per difendere Berlusconi nel caso D’Addario, in realtà sono quelle – ben più centrate – che il pm Alberto Savino ha utilizzato nella sue requisitoria al processo Automec. In uno dei processi più difficili e tecnici che la procura si è trovata a sostenere negli ultimi anni, la pubblica accusa ha chiesto una serie di condanne per “gli utilizzatori finali” della frode carosello di auto di lusso, ‘risparmiando’ quegli elementi della filiera della truffa per i quali non è stato possibile provare la consapevolezza del raggiro e che non hanno avuto un tornaconto economico nelle operazioni.

Siamo alle battute finali del processo Automec, che vide le prime ‘teste’ cadere il 9 marzo 2011, quando il gup Monica Bighetti condannò in rito abbreviato in primo grado a 4 anni Daniele Buzzoni, a 3 anni Benigno Mizar di Verona e a 6 mesi Matteo Marangoni; oltre ai 2 anni e all’anno e 10 mesi inflitti in patteggiamento a Salvatore Spatafora e a Giovanni Principato.

Per gli altri 26 imputati si è chiusa ora l’istruttoria e si è aperta la fase della discussione. In base a quanto ricostruito in aula dal pm, il processo ha retto l’impianto accusatorio che parlava di falsità di lettere di intento, di emissioni di fattura senza Iva senza averne la facoltà, di fatture soggettivamente inesistenti. E di associazione a delinquere, ristretta questa ora a solo quattro imputati: Pasquale Francesco Sbarro, amministratore delle presunte società fittizie che avrebbero fatto da ponte tra Ferrara e San Marino per la compravendita delle vetture; Mauro Bertoni, commerciale di Automec; Roberto Baruzzi, ex direttore dell’Ascom di Ferrara alla fine degli anni ’90; e Franco Maestri, amministratore delegato di Automec fino al 2007.

In base alle indagini della guardia di finanza tutto nasce da una frode carosello costruita attorno all’importazione da San Marino di auto di lusso e che culminò con una maxi frode fiscale da 20 milioni di euro. La vicenda ruotava attorno all’Automec, concessionaria di Baruzzi. Da quanto ricostruito dagli inquirenti, il gruppo composto dallo stesso Baruzzi e dai presunti complici in questa presunta associazione sarebbe riuscito a vendere sottoprezzo, con ribassi anche del 20%, auto di lusso, incentivando gli acquirenti a rivolgersi nella concessionaria Automec di via Bologna, oggi chiusa. In che modo? Le auto di lusso venivano acquistate a San Marino, senza l’Iva (come permetteva allora la normativa comunitaria), salvo poi compilare un’autocertificazione comprovante il regolare assolvimento dell’imposta prima dell’arrivo della merce sul territorio nazionale. Attraverso triangolazioni con società di comodo, sarebbero state emesse fatture per operazioni inesistenti. Ottenendo un doppio danno: allo Stato e al regime concorrenziale concorrenza del mercato, dal momento che le concessionarie acquirenti potevano praticare a loro volta prezzi altamente competitivi rispetto ai concorrenti “in regola”.

Il pm Savino, dopo aver ripercorso le testimonianze chiave e aver lasciato cadere alcuni capi di imputazione perché “troppo generici”, ha chiesto la condanna a 5 anni per Sbarro (“tenendo conto – ha detto il sostituto procuratore – della concessione delle attenuanti generiche in quanto ha offerto una confessione piena che non si è limitata a chiamare in causa i correi ma che ha ammesso in toto le proprie responsabilità”), 4 per Baruzzi, 3 anni e mezzo per Bertoni, 3 per Maestri. Per gli imputati minori le richieste sono state di 2 anni e mezzo per Luigi Armani, 2 anni per Mauro Cestari, 1 anno e 10 mesi per Stefano Caniati, Vittoria Biondi e Ilario Crudeli, 1 anno e 8 mesi per Maurizio Bianchi, 1 anno e mezzo per Federica Giannini, 1 anno e 3 mesi per Patrizia Ferraretti, 1 anno e 2 mesi per Giancarlo Tomasi, un anno per Franco Tomasi, Claudio Frassina, Stefano Schiavulli e Marco Calura.

Il pm ha chiesto l’assoluzione per Giorgio Baruffa (commercialista di Automec, inizialmente accusato di associazione a delinquere), Paola Carucci, Vincenzo D’Ascia, Giovanni Lorenzi, Giuseppe Minardi, Livio Penazzi, Gian Paolo Pirani, Stefano Poltronieri, Roberto Pozzerle.

Ora tocca alle arringhe difensive, che proseguiranno venerdì 24 maggio e il 21 giugno. Il 9 luglio è attesa la sentenza del tribunale collegiale (giudici Marini Giorgi Attinà).

 

 

aggiornamento del 10 dicembre 2018

il processo di primo grado sì è concluso con l’assoluzione per Roberto Baruzzi, Luigi Armani, Franco e Giancarlo Tomasi, Claudio Frassina, Marco Calura, Giorgio Baruffa, Paola Carucci, Vincenzo D’Ascia, Giovanni Lorenzi, Giuseppe Minardi, Livio Penazzi, Gian Paolo Pirani, Stefano Poltronieri, Roberto Pozzerle.

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