27 Aprile 2013
Dure repliche di Tavolazzi e del comitato Ferrara Ciattà Sostenibile agli interventi di Bratti e dell'azienda

Geotermia e inceneritore: i numeri smentiscono Hera

di Ruggero Veronese | 4 min

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admin-ajax (10)La costruzione di una nuova centrale geotermica, con conseguente ampliamento del servizio di teleriscaldamento, legherà in maniera irreversibile l’inceneritore di Cassana a Ferrara?  È questo il nodo da sciogliere nel dibattito tra critici e sostenitori del nuovo progetto Hera, e su cui continuano a essere fornite versioni contrastanti dalle varie parti. Da una parte il comitato FerrAria Salute, spalleggiato da Grilli Estensi e Progetto per Ferrara, dall’altra Hera (intervenuta mercoledì con un comunicato ufficiale) e vari esponenti del Pd, come il deputato Alessandro Bratti che proprio ieri ha difeso l’idea della centrale in un’intervista pubblicata da Estense.com (vai all’articolo).

Non si fa attendere la replica del capogruppo in consiglio di Ppf, Valentino Tavolazzi, su un tema che lo ha già visto scontrarsi più volte col deputato Pd: “Bratti, da politicante poco responsabile, invece di chiedere scusa ai ferraresi per aver dato via libera all’inutile Turbogas e al ‘Cancro valorizzatore’ di Cassana, ha la faccia tosta di bacchettare chi critica, argomentando, la centrale che lui vorrebbe piazzare in via Conchetta per raddoppiare il teleriscaldamento”. Il consigliere infatti parte criticando i toni usati (“Come sempre egli non porta dati a sostegno delle sue strambate, spesso espresse con toni offensivi (stupidaggini, quinta elementare, ecc…) nei riguardi dei cittadini che gli pagano lo stipendio”), per poi contestare anche i contenuti dell’intervista. “Riguardo alle bonifiche nei petrolchimici, Bratti non fa che ripetere a noia il caso di Mantova (per lui peggiore di Ferrara), ma tace con pervicacia i 10,6 milioni di euro, stanziati dallo Stato nel 2012 a Marghera, in quanto sito di interesse nazionale. Un treno passato anche da Ferrara, mentre lui dormiva”.

Il leader Ppf rispedisce anche al mittente le accuse di “disinformazione” e di dire “stupidaggini dal punto di vista scientifico”, affermando che “infine l’esperto sostiene che il cancro valorizzatore vada chiuso, ma non subito, bensì tra 15-20 anni. Non si rende conto (oppure ne è consapevole?)  che le ragioni (sanitarie, economiche, ambientali) per cui la combustione di rifiuti va bandita in tutta Europa, sono valide adesso, non tra vent’anni, perché il suo obiettivo (non nostro) è recuperare l’investimento di Hera. Solo la sua disinformazione può giustificare un modello energetico ed emissivo a Ferrara, già segnata dal record di decessi per tumori, basato sulla combustione di rifiuti e gas, e su calore trasportato e distribuito in tubi soggetti a corrosione, disperdenti calorie e acqua calda nel terreno. E ciò quando il mondo va nella direzione del risparmio energetico, della micro generazione, dei pannelli solari e fotovoltaici, delle pompe di calore a bassa entalpia, della caldaia singole a condensazione, a basso consumo e bassa temperatura”.

Dai toni meno “politici”, ma non per questo meno critici, è la risposta del comitato Ferrara Città Sostenibile al comunicato di Hera. “È il solito giochino già utilizzato per la turbogas e per il nuovo inceneritore: il discorso fila (il ragionamento sta in piedi, i conti tornano) se si prendono in considerazione solamente le percentuali e non i valori assoluti. Ma quello che conta per i nostri polmoni è la quantità totale e non la percentuale rispetto ad altre variabili. E in questo caso le quantità totali in gioco sono molto importanti”. Città Sostenibile infatti cita i dati espressi dalla stessa azienda nella “Istanza di permesso di ricerca per fluidi geotermici – Integrazioni – Relazione di screening”, in cui sono espresse le cifre esatte del teleriscaldamento. Nel 2011, dei 179 Gwh termici in circolo nella rete, il 41% (73,2 GWh) era originato dall’inceneritore. Con la costruzione della nuova centrale la produzione energetica si assesterebbe a 289 GWh, di cui il 34,25% (99 GWh) prodotti dalla combustione dei rifiuti. Se il contributo del termovalorizzatore cala in percentuale, grazie all’ingresso di una nuova sorgente di calore, il suo contributo effettivo nella rete in realtà aumenta di quasi 26 GWh.

Il nodo del discorso è proprio questo: se la quantità di rifiuti prodotta da Ferrara è sostanzialmente stabile, significa che il 30% di calore in più prodotto dall’inceneritore proviene da altre città. In poche parole, l’impianto invece di effettuare un servizio per la popolazione ferrarese (lo smaltimento dei rifiuti), andrebbe a vantaggio di Hera,  che avrebbe tutto l’interesse a ricevere e bruciare più immondizia dai propri clienti (ad esempio altri Comuni) per poi poterla anche “rivendere” a Ferrara sotto forma di calore. “È evidente – continua il  comitato – che una volta che il teleriscaldamento si ampliasse ad allacciare il 40% delle abitazioni ferraresi l’inceneritore sarebbe mantenuto in vita e a pieno regime al servizio del teleriscaldamento stesso, anche in caso di aumento della raccolta differenziata e con necessità di “importare” rifiuti da fuori provincia. E per chi ritiene prioritario tutelare la salute ciò non è accettabile. I benefici derivanti dalla geotermia, che è una risorsa pulita e rinnovabile, devono essere reali per la salute dei cittadini e per l’ambiente, devono produrre una reale riduzione degli inquinanti esistenti. La geotermia non può essere solo il pretesto per un vantaggio economico di Hera”.

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