Finalmente una data: fine dell’incubo per i coniugi di Massa Fiscaglia
C’è una data per la fine dell’incubo dei due coniugi anziani di Massa Fiscaglia, bloccati nel proprio appartamento per l'assenza di un montascale funzionante
C’è una data per la fine dell’incubo dei due coniugi anziani di Massa Fiscaglia, bloccati nel proprio appartamento per l'assenza di un montascale funzionante
Sabato 29 novembre alla Darsena di Massa Fiscaglia è stata organizzata una giornata ecologica con pesca con magnete per la pulizia del canale e delle zone circostanti dal materiale ferroso
Il Coordinamento Donne dello Spi Cgil provinciale per il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, ha promosso una serie di iniziative nel territorio ferrarese
Operazione dei carabinieri con il Nucleo Cinofilo della polizia locale a Massa Fiscaglia. La donna è stata poi rimessa in libertà dal momento che risulta essere incensurata
Un momento di silenzio, di voce condivisa e di memoria viva. È questo ciò che ha rappresentato il flash mob “Ninna Nanna a Gaza”, organizzato dal gruppo consiliare Scelgo Fiscaglia e andato in scena il 15 novembre in piazza Pertini
Migliarino. Dopo una lunga e tormentata relazione si sono ritrovati in tribunale. Lei, classe ’61, come parte offesa, lui, 45enne di Migliarino, come imputato (dopo il decreto di citazione immediata a giudizio emesso dal gip Piera Tassoni nel giugno 2011). E con una lunga serie di accuse che l’ex gli ha mosso. A cominciare dai maltrattamenti per aver “assoggettato l’allora convivente a un sistema di vita connotato da reiterate sofferenze fisiche e morali”. secondo quanto denunciato dalla donna nel febbraio del 2011, lui la picchiava “con schiaffi al viso e calci alle gambe, procurandole lividi ed ematomi, la offendeva, le sputava negli occhi e la minacciava di morte”. Questo dal 2006 al 2010. Nello stesso periodo l’aveva costretta a subire rapporti sessuali contro la sua volontà. Vengono poi l’accusa di minaccia aggravata per averle puntato una pistola alla tempia minacciandola di morte e di stalking per numerosissime telefonate da gennaio al 14 febbraio 2001 (“fino a 21 in una notte”, farà notare l’avvocato di parte civile Fabio Anselmo), pedinandola ovunque e minacciandola.
Davanti al tribunale collegiale (presidente Marini con a latere Giorgi e Attinà) però quelle accuse sono andate man mano scricchiolando. A cominciare dalla minaccia con la pistola, che la parte civile non sapeva collocare nel tempo. L’imputato – difeso dall’avvocato Stefano Scafidi – si è difeso spiegando che l’arma era custodita nella cassaforte del padre, alla quale lui non aveva accesso.
Quanto al resto delle accuse sarebbero pura invenzione per la difesa. L’ex, secondo l’imputato, si sarebbe inventata tutto (“una cattiveria gratuita”, “una pura gelosia”) dopo che a metà novembre del 2010 venne a conoscenza della nuova storia che lui aveva iniziato con un’altra donna (anch’essa sentita ieri in aula).
“Le pressioni che le facevo con telefonate e incontri – spiegò l’uomo – erano motivate dai tentativi che lei faceva nei confronti miei e della mia attuale compagna, azioni di disturbo per dissuaderla dal continuare il rapporto con me. A lei mandava sms infamanti e che parlavano male di me e della mia famiglia. Tutte le mie chiamate infatti sono successive ai suoi tentativi di disturbo”.
Il tribunale, nonostante il pm Alberto Savino avesse chiesto una condanna a tre anni e quattro mesi, ha creduto alla versione difensiva e ha assolto con formula piena l’uomo. La storia però non finisce qui. L’avvocato di parte civile, Fabio Anselmo, ha già annunciato appello.
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