Tutta colpa di Tagliani. Sarebbe tutta colpa del sindaco di Ferrara l’escalation di mercoledì 27 marzo che si è conclusa con Patrizia Moretti costretta a scendere in strada per mostrare la foto di Federico. Questa è la versione che Potito Salatto consegna in una intervista a un quotidiano locale. versione ripresa poi da agenzie e altri media. Ma che non tiene conto proprio del video di estense.com che ha fatto il giro dell’Italia (guarda). L’incontro scontro con il sindaco ha un esordio ben diverso da come lo dipinge l’europarlamentare di Fli. Al quotidiano locale Salatto dice di essersi avvicinato a Tagliani e al segretario generale del Coisp Maccari che avevano “un diverbio” (in realtà fino a quel momento la conversazione era rimasta su toni contenuti). Poi “ho ascoltato, ad un certo punto mi sono rivolto al sindaco: ‘Le devo chiedere una cosa’, ma lui mi ha voltato le spalle. Allora gli ho detto che è un maleducato”.
E invece l’approccio dell’ex esponente Dc, poi Pdl (con il quale è stato eletto a Bruxelles) e oggi Futuro e libertà è stato ben diverso. Salatto si è intromesso nella discussione rivolendosi a Tagliani. “È lei il sindaco?”. “Sì”. “Bene, allora se ne può andare”. Oltre ai due giornalisti della nostra testata presenti, è lo stesso famoso video a confermarlo. Dopo 42 secondi dall’inizio della registrazione Tagliani sbotta: “siccome mi ha già detto che posso tornar su allora me ne torno su”. Difficile credere che ce l’avesse con la statua del Savonarola.
Nulla da eccepire invece sul resto della ricostruzione, che ha portato l’esponente di centrodestra a Ferrara in modo quasi fortuito. Saltata la visita in carcere a Monica Segatto, finita ai domiciliari, l’onorevole è arrivato a Ferrara per partecipare all’incontro previsto alle 11.30 a Palazzo Roverella, nel corso del quale ha pronunciato l’intervento forse più morbido tra tutti i relatori presenti (vai all’articolo).
Un’altra affermazione da smentire, uscita sempre dalla bocca di Salatto durante l’intervista, è quella che addita il sindaco come primo responsabile di quanto successo: “è stato lui a creare le condizioni dell’incidente”, “perché il Comune sapeva da giorni che quella manifestazione di sarebbe svolta”. Il placet al sit in, cosa già nota, è giunto dalla questura con l’autorizzazione Nr. 338/A.4.2013Gab., datata 25 marzo e inviata per conoscenza al Comando della Polizia municipale, Prefettura, carabinieri e finanza. Il che significa che sul tavolo del primo cittadino è arrivata non prima del 26, la vigilia della manifestazione.