Polstrada sequestra tre tonnellate di vongole illegali
Quasi tre tonnellate di vongole irregolari sono state sequestrate nella tarda serata di sabato dalla Polizia Stradale di Codigoro sulla Romea
Quasi tre tonnellate di vongole irregolari sono state sequestrate nella tarda serata di sabato dalla Polizia Stradale di Codigoro sulla Romea
La Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 30 immobili a due persone residenti ad Argenta che si sarebbero rese responsabili dei reati di autoriciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita e appropriazione indebita
Avrebbero messo in piedi un giro di droga - in particolare di hashish e cocaina - all'interno del carcere di via Arginone dove, tra il 2020 e il 2022, erano detenuti. Protagonisti della vicenda cinque uomini, tre italiani di 35, 36 e 42 anni, un 32enne albanese e un 42enne moldavo, oggi a processo
È stato identificato e sottoposto alla misura dell'accompagnamento in stato di flagranza, per i reati di tentata rapina in concorso e porto di armi atti a offendere, il 14enne di origini nordafricane che, verso le 19 di sabato (29 novembre) scorso, assieme ad altri due complici, ancora ignoti, ha minacciato e spintonato due studenti coetanei
Un giro di anabolizzanti tocca anche Ferrara con perquisizioni dei carabinieri del Nas e del Nucleo antisofisticazione e sanità in diverse palestre della provincia
“Era una bella mattina di fine novembre”. Anzi, era fine febbraio. Precisamente il 27 febbraio 1984 quando Umberto Eco scrisse a Michelangelo Antonioni. Un foglio dattiloscritto che lascia capire come “Il nome della Rosa”, il romanzo più celebre del filosofo alessandrino, dovesse in origine diventare materia di film per le mani di Michelangelo Antonioni.
È una delle ‘perle’ che emergono dall’infinito materiale in esposizione a Palazzo dei Diamanti per la mostra “Lo sguardo di Michelangelo. Antonioni e le arti” che inaugurerà domenica. Sbirciando tra le cartoline, i telegrammi, le recensioni e le dediche dei vari Visconti, Moravia, Fortini, Barthes, è possibile cogliere questa notizia che, se non inedita, è quantomeno sconosciuta del tutto ai più. Nemmeno i cultori della filmografia di Antonioni ricordano infatti questo “capolavoro mancato”.
Il motivo per cui la penna di Eco e l’occhio di Antonioni non si incrociarono rimane oscuro, ma negli ambienti vicini alla famiglia del regista si ricorda come il maestro fosse “il terrore di tutti i produttori”, autore di pellicole “difficili” piuttosto che di film da cassetta. Di certo c’è che la voce che voleva il cineasta ferrarese alla regia di una sceneggiatura tratta da “Il nome della rosa” aveva iniziato a girare nell’ambiente all’indomani del Premio Strega (assegnato nel 1981). È lo stesso Eco a rivelarlo, quando, imbarazzato, confida ad Antonioni di provare “un po’ di imbarazzo ogni volta che i giornalisti mi fanno domande sul film che sta facendo Annaud e mi chiedono se era vero che si era parlato anche di un progetto con te. Io dico sempre di sì, perché la cosa mi onora e poi non
so mai spiegare perché la cosa non si è realizzata, nel timore di dire cose sbagliate sul tuo rapporto col produttore di allora. E allora dico, e mi pare la soluzione più tranquilla, che in quel periodo la televisione ti stava addosso per un film su San Francesco (sarà il progetto, naufragato, de “La ciurma”, ndr) e che tu non hai potuto conciliare i due progetti”.
Il mancato incrocio di talenti aveva scatenato qualche dissapore tra i due, se è vero che all’inizio della lettera che Eco spedisce da Milano il mittente vuole mettere “subito in chiaro” che “io non sento risentimento ma al contrario molta gratitudine per l’entusiasmo con cui ti eri buttato sul mio libro. So benissimo che se non ce l’hai fatta non è stato per colpa tua e sarei stato felice se la cosa fosse andata in porto”.

La lettera di Umberto Eco
Tra le righe si intuisce poi che potrebbe essere stato lo stesso Antonioni ad aver proposto a Eco una sceneggiatura da scrivere per lui. Qualcosa di diverso da quello che diventerà nel 1986 il successo cinematografico diretto da Jean-Jacques Annaud. “Il film con Annaud – prosegue il semiologo – dovrebbe iniziare a girare alla fine di questo anno. Annaud procede con grande rigore filologico e ha già fatto quattro sceneggiature mentre si prepara una quinta direttamente in inglese. Non ne ho ancora vista nessuna. In parte perché non mi sento di operare io chirurgicamente sul mio libro, ma anche perché non mi sento tagliato per quel tipo di lavoro e non ne avrei comunque il tempo”.
E qui arriva il rifiuto del filosofo. “Questo ti anticipa, ahimé, la risposta alla tua richiesta. Ho fatto troppe cose nella mia vita – scrive Eco – ma sono vergine per quanto riguarda il lavoro dello sceneggiatore. Credo inoltre che richieda dei ritmi di lavoro assolutamente inconciliabili coi miei. Non so più come uscire dalle cose che ho da fare e talora desidero una bella e lunga malattia per poter passare sei mesi fuori della bufera. Inoltre, la mia passeggiata nel regno della narrativa già disturba la mia immagine universitaria e se passassi anche al cinema nessuno, me compreso, capirebbe più chi sono. Ecco perché la risposta è negativa, ma ti ringrazio di aver pensato a me”. Firmato, Umberto Eco.
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